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Fondazione Emblema, a Catania l’edizione 2024 della Borsa che avvicina ricerca e produzione

La Fondazione Emblema è al lavoro per la prossima Borsa della Ricerca, iniziativa ideata per favorire il contatto tra il mondo della ricerca universitaria (gruppi, dipartimenti, spin off), startup, aziende, incubatori e investitori (pubblici e privati) attraverso un format di interazione originale, in grado di favorire concretamente il trasferimento tecnologico e il sostegno economico alla ricerca. L’Edizione 2024 della Borsa si terrà – per la seconda volta consecutiva – a Catania, al Monastero dei Benedettini dal 21 al 23 ottobre.

Organizzata dal 2010 dalla Fondazione Emblema guidata da Tommaso Aiello, la Borsa vuole essere un luogo di incontro tra Università, ricercatori e aziende. Nel corso delle sue tante edizioni la Borsa ha ospitato oltre 250 tra spin off e dipartimenti di 64 atenei italiani oltre a tantissime grandi imprese e investitori. “La Borsa nasce per fare incontrare questi due mondi senza intermediazioni. Noi non facciamo intermediazione, ma cerchiamo di creare connessioni dirette”, ha spiegato Aiello.  

Emblema promuove incontro tra domanda e offerta

La borsa è un luogo dove si incontrano domanda e offerta, quali sono oggi i confini?  “Le imprese cercano progetti che siano immediatamente applicabili o rapidamente applicabili all’interno della di una di una linea di produzione”, continua Aiello, “dall’altra parte chi fa ricerca chi crea imprese, chi fa start up o spin off può cercare e trovare delle collaborazioni; può cercare delle commesse e può cercare delle delle partecipazioni”. Particolarità della Borsa sono poi gli incontri uno ad uno con i referenti di aziende o investitori. “Venti minuti di confronto in cui viene sezionata l’idea o l’impresa. Bisogna arrivare preparati. non si può improvvisare” ancora Aiello.

Una fee per partecipare

Ogni anno sono centinaia i delegati del mondo aziendale e universitario che si incontrano e confrontano su idee innovative e progetti di ricerca, creando nuovi ambiti di confronto e approfondimento e dando vita a collaborazioni inedite. Un modo per fare scattare quelle scintille dalle quali nasce l’innovazione. Per partecipare si paga una fee e lo fanno tutti, dalle imprese private agli enti pubblici. “Alle cose che funzionano bisogna dare valore e il nostro modello è quello di chiedere a tutti i partecipanti una fee. Vale per per gli enti pubblici vale per per per le realtà private”, continua Aiello, “l’obiettivo era creare un evento che si autostenesse e ci siamo riusciti”.

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Antonio Giordano