Quanto è forte il potere dei social media? Come stanno cambiando la società? Stanno realmente apportando dei benefici o rischiano di modificare il nostro comportamento sociale? Ne abbiamo parlato insieme a Ugo Piazza, noto professionista palermitano, esperto in giornalismo e comunicazione e membro del Corecom, intervistato nell’ambito del Premio Innovazione Sicilia.
“Otto anni fa ci siamo resi conto che il mercato stava cambiando, stavano cambiando i meccanismi di comunicazione, gli strumenti con cui la gente comunicava. E il boom è arrivato negli anni successivi durante il drammatico periodo della pandemia, dove si è registrato in appena tre mesi un aumento, che noi avevamo stimato in circa cinque anni, del 36% in più di aperture di profili social”.
Questa accelerazione ha portato Piazza a dedicarsi prevalentemente ai social e a effettuare uno studio sull’interpretazione neuro-fisiologica dell’utilizzo dei social media, creando un vero e proprio algoritmo di condivisione, che tra pagine, profili e gruppi tematici riesce ad oggi a raggiungere migliaia di utenti in tutto il mondo.
“Abbiamo investito quasi quattro anni del nostro tempo, quasi cinque per la verità, e abbiamo inventato un algoritmo di condivisione. Che cos’è un algoritmo sui social? Quando tu, per esempio, o chi ci ascolta ha una pagina con 10.000 follower o un profilo con 5000 amici e pubblica un post pensa che nel momento in cui lo pubblica questo venga visto, o quantomeno spunti la notifica a tutti, e invece non è così, perché tutto viene deciso da un mega calcolatore che si chiama Live Machine, che ha sede a Palo Alto, che è di proprietà di Meta. Il tuo messaggio che pensi arrivi a tutti i tuoi amici in realtà arriva a Facebook stesso che lo manda solo a chi ha dimostrato un interesse correlato a quel tipo di post, quindi, è possibile che tu pubblichi un post a 5 mila amici e che arrivi solo a 100. Noi abbiamo ricalcolato, abbiamo in qualche modo creato un “Facebook dentro Facebook” e questa è la nostra vera innovazione. Grazie a questo nostro algoritmo di condivisione per interesse abbiamo allargato l’interesse. Se noi pubblichiamo qualcosa, per esempio di promozione territoriale riusciamo a raggiungere anche chi ha parlato di turismo, chi ha parlato di enogastronomia, chi ha parlato di mare, chi ha parlato di montagna, chi ha parlato di agriturismo. Perciò abbiamo ottenuto un ampliamento” – ha spiegato Ugo Piazza.
Parlando del suo progetto Piazza ha parlato con orgoglio dei risultati positivi ottenuti: “Le cronache dei giornali ci hanno fatto molto piacere. Proprio questo ultimo anno ci hanno premiato perché abbiamo fatto una campagna sul comprensorio delle Madonie e 21 post hanno raggiunto oltre 600 mila persone. Ci tengo a precisare una cosa. Il nostro algoritmo non lavora mettendo in evidenza, cioè pagando Facebook. È tutto in organico. Questa è la vera nostra innovazione. Noi siamo gli unici in Sicilia a riuscire a fare questo. Siamo riusciti a farlo attraverso questa piattaforma, che è fatta da pagine, profili, gruppi tematici e da un’innumerevole quantità di funzionalità che Facebook offre. L’algoritimo da noi creato permette, condividendo sulla nostra pagina base “Social Report Newspaper”, di generare condivisioni in automatico per interesse specifico degli utenti su tutta la piattaforma. Noi abbiamo inventato una nuova forma di linguaggio e soprattutto un nuovo algoritmo di condivisione che quest’anno è stato premiato. Giornali importanti come Milano Finanza Cubs, infatti, hanno riconosciuto che le nostre campagne diventano virali. Il nostro massimo è stato una campagna che ha raggiunto in organica quasi 800.000 persone”.
Piazza ha poi sottolineato come sia importante guardare avanti e riflettere sull’evoluzione del mercato dei giornali e sul ruolo strategico dei social media: “Da qua a pochissimo la carta stampata sparirà. Quello che sta succedendo in America è palese. I più importanti giornali, ormai, non sono più cartacei. Sono solo online. Crediamo che la carta stampata abbia finito il suo tempo sia per questioni di costo, sia perché la gente non legge più, sia perché la carta stampata è per un giorno o per una settimana, mentre i social ti consentono di lasciare una traccia eterna. I siti di informazione, i quotidiani on line, a mano a mano, subiranno una flessione. Questo lo vedi già dai meccanismi di informazione che vedi nei tg. Per esempio, in televisione vengono spesso postati i video fatti coi telefonini o con i tablet come servizi televisivi. Questo perché? Perché i social hanno una cosa e soprattutto Facebook ha una cosa che nessun altro strumento di comunicazione online potrà avere mai: l’informazione in diretta. Se oggi sotto il mio ufficio succede qualcosa, io con il telefonino la filmo e la metto in rete. La notizia già è data e già è diventata virale”.
Infine, Piazza ha concluso l’intervista con una riflessione sul condizionamento dei social cui assistiamo ogni giorno: “I social oggi sono diventati uno strumento di condizionamento sociale. Hanno cambiato il nostro comportamento sociale. Io sto scrivendo il mio secondo saggio che si chiama “Social media. Una generazione a testa in giù” perché i social hanno cambiato la socializzazione, il tempo di utilizzo del telefonino che è ormai diventato uno strumento indispensabile come il portafoglio e le chiavi di casa. Grazie ai social si può comunicare con tutto il mondo, ma in realtà comunico senza portare nei social un’esperienza di vita concreta, perché la mia esperienza sociale si forma direttamente sui social, ma è molto diversa dall’esperienza sociale che nasce dal confronto con le persone. Questo ci spinge a riflettere su come cambieranno il carattere e le abilità delle generazioni future. Avremo una generazione che da un lato è pienamente globalizzata, ma dall’altro lato avrà un mutamento comportamentale e perciò sociale di relazione che è inevitabile”.
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