Un asse tra Palermo e Milano per uno sviluppo sostenibile e integrato. Il progetto si chiama Genio Mediterraneo ed avrebbe già il sostegno delle due amministrazioni comunali. Così, mentre in Italia si litiga su ciò che potrà rappresentare l’autonomia differenziata, alle luce del delicato equilibrio tra Nord e Sud del Paese, c’è chi progetta alleanze tra città apparentemente distanti. Sullo sfondo si percepisce la volontà di uno sviluppo sostenibile e integrato che rimarchi il contesto europeo e mediterraneo del tessuto connettivale italico.
L’idea di fondo è quella di realizzare un Forum Milano-Palermo chiamato «Genio Mediterraneo» e articolato in una presentazione a Milano ai primi di luglio e in un ambizioso convegno a Palermo ai primi di novembre. Su questo progetto concordano Roberto Lagalla e Beppe Sala: i due sindaci sarebbero da tempo in contatto per questo dialogo da rilanciare.
Il Genio secondo Antonio Calabrò
Sulle colonne del Sole24Ore, Antonio Calabrò ha raccontato la trama di questa possibile alleanza tra Palermo e Milano, asse virtuoso per “un impegno politico e culturale, dunque, indispensabile proprio in una stagione in cui l’Italia deve rafforzare il suo ruolo in una Ue travagliata dalle pressioni competitive di Usa e Cina e dalle tensioni geopolitiche che proprio nel «Mare Nostrum» hanno un epicentro di particolare drammaticità”.
L’asse Palermo Milano – è la tesi di Calabrò – deve portare alla nascita di un Mezzogiorno ad alta tecnologia, impegnato anche nell’industria innovativa, servizi high tech e cultura, formazione e green e digital economy. Per Calabrò, si tratta di riscrivere, insomma, tra Milano e Palermo, “le mappe dei flussi della conoscenza e della produzione, proprio adesso che la diffusione dell’Intelligenza artificiale rimescola profondamente poteri e competenze e sollecita l’adozione di politiche industriali europee e scelte di sviluppo sostenibile, con sensibilità profonda per la questioni sociali”.
Calabrò definisce Palermo e Milano «città di frontiera», tra Nord e Sud. E ne traccia il profilo culturale, segnato da “un’identità complessa, aperta, dialettica e inclusiva, fondata sull’intelligenza del cambiamento”. Calabrò ricorda l’essenziale contributo dato a Milano da siciliani che si sono distinti nei settori dell’economia, dell’impresa e della cultura e cita “Elio Vittorini per le capacità “politecniche” di innovazione letteraria ed editoriale, Leonardo Sciascia con il suo amore per Manzoni e Stendhal, Vincenzo Consolo per la passione civile”.
Uno dei temi su cui ci si dovrà confrontare è il divario tra Nord e Sud. Per Calabrò “ non c’è sviluppo possibile per il sistema Paese se non dando risposte lungimiranti e credibili al bisogno di superare efficacemente il divario di crescita economica e di qualità dei servizi essenziali che continua a differenziare Nord e Sud”. E’ questa la principale debolezza complessiva dell’Italia nel contesto Ue.
Ed allora si riparta dai punti comuni e da un dialogo mediterraneo. “Il Mediterraneo è stato spazio aperto, di dialoghi e conflitti, commerci e scontri e oggi può fare da piattaforma culturale e logistica per ricostruire un sistema di rapporti e di scambi, anche come porta dell’Europa nei confronti delle sollecitazioni che vengono dalle pur diverse forze vitali dell’Africa. Palermo, ma anche Napoli e Bari, sono destinate ad avere un ruolo centrale, nel segno della legalità e di una migliore produttività di sistema. E le vie d’acqua che dalle sponde mediterranee portano verso l’Europa continentale, passando dai porti di Genova e Trieste, hanno proprio lungo le coste del Mezzogiorno spazi commerciali e industriali (la cantieristica in cui l’Italia eccelle) di straordinario rilievo”, rimarca l’editorialista del quotidiano di Via dell’Astronomia.