Google si impegna a destinare 20 milioni di dollari in contanti e 2 milioni di dollari in crediti cloud a una nuova iniziativa di finanziamento progettata per aiutare scienziati e ricercatori a scoprire le prossime grandi scoperte scientifiche utilizzando l’intelligenza artificiale (IA).
L’annuncio, fatto dal co-fondatore e CEO di Google DeepMind, Demis Hassabis, durante un intervento all’AI for Science Forum di Londra, si inserisce in una più ampia spinta da parte delle Big Tech per ingraziarsi giovani innovatori e startup, una strategia che ha incluso acquisizioni, investimenti azionari e partnership cloud, alcune delle quali hanno attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione.
Questo ultimo annuncio, tramite Google.org, il braccio filantropico di Google attivo da 19 anni, è diverso in quanto si concentra sul finanziamento senza scopo di lucro per istituzioni accademiche e no-profit a livello globale. Ma, analogamente ad altre iniziative di finanziamento e partnership delle Big Tech, questo contribuirà ad aiutare Google a ingraziarsi alcune delle menti scientifiche più importanti, attraverso iniezioni dirette di denaro contante e fornendo infrastrutture per alimentare i loro progetti. A sua volta, questo posiziona Google in una buona posizione per acquisire futuri clienti, in particolare quelli attualmente sul punto di fare grandi cose, lavorando a progetti che richiedono significativi strumenti di IA e capacità di calcolo, che Google può fornire.
Google non è sola in questo approccio: proprio la scorsa settimana, AWS, il leader del cloud di Amazon, ha annunciato 110 milioni di dollari in sovvenzioni e crediti per attirare i ricercatori di IA nel proprio ecosistema. Inoltre, Google stessa ha preso altri impegni simili nella sfera dell’IA ultimamente, tra cui un fondo di 20 milioni di dollari per supportare think tank e istituzioni accademiche che sviluppano la loro esperienza nell’IA e un fondo di dimensioni simili per gestire un programma di accelerazione dell’IA generativa per le organizzazioni no-profit.
L’unica cosa che i candidati vincitori dovrebbero avere in comune è che useranno “l’IA per affrontare problemi sempre più complessi all’intersezione di diverse discipline scientifiche”, secondo Maggie Johnson, vicepresidente di Google e responsabile globale di Google.org.
“Campi come la ricerca su malattie rare e trascurate, la biologia sperimentale, la scienza dei materiali e la sostenibilità sono tutti promettenti”, ha scritto Johnson.
Fonte: TechCrunch.
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