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L’IA di OpenAI imita lo stile Studio Ghibli: boom di meme e (le solite) polemiche sul copyright

Martedì scorso, 25 marzo, OpenAI ha svelato il suo generatore di immagini più avanzato di sempre, capace di produrre output “precisi, accurati e fotorealistici”. A sole 24 ore dal lancio, i social media si riempiono di immagini e meme che reinterpretano personaggi e celebrità nello stile di Studio Ghibli, lo storico studio di animazione giapponese noto per capolavori come La città incantata, Il mio vicino Totoro e Il ragazzo e l’airone. Da Elon Musk a Donald Trump, fino ai protagonisti de Il Signore degli Anelli, gli utenti sfruttano il modello per trasformare foto esistenti in opere d’arte animate, catturando l’estetica onirica e poetica dello studio nipponico.

Un fenomeno virale sui social

La popolarità del nuovo strumento di OpenAI esplode rapidamente. Gli utenti caricano immagini su ChatGPT e chiedono di ricrearle nello stile di Studio Ghibli. Persino Sam Altman, CEO di OpenAI, adotta un’immagine di sé in versione Ghibli come foto profilo su X.

La facilità d’uso del generatore, che richiede solo un prompt testuale per replicare stili artistici, rende l’intelligenza artificiale uno strumento accessibile e potente per la creatività digitale.

Un lancio travolgente, ma con ritardi

OpenAI annuncia che il nuovo generatore di immagini sarà presto disponibile per tutti gli utenti. Tuttavia, l’enorme successo e l’alto numero di richieste costringono l’azienda a ritardare il rollout per gli utenti del piano gratuito. Ieri un portavoce di OpenAI ha confermato a TechCrunch il rinvio, citando la necessità di gestire l’elevata domanda.

L’ondata di immagini in stile Studio Ghibli riaccende il dibattito sulle leggi sul copyright. Evan Brown, avvocato esperto di proprietà intellettuale presso lo studio legale Neal & McDevitt, spiega: “Lo ‘stile’ non è esplicitamente protetto dal copyright”. OpenAI, quindi, non sembra violare la legge generando immagini che imitano l’estetica dello Studio Ghibli. Tuttavia, Brown aggiunge un elemento di incertezza: “È plausibile che OpenAI abbia addestrato il suo modello su milioni di frame dei film di Ghibli”. Se così fosse, l’uso di materiale protetto da copyright senza autorizzazione potrebbe configurare una violazione, anche se i tribunali devono ancora chiarire se l’addestramento di modelli IA su opere protette rientri nelle tutele del fair use.

OpenAI e la replica degli stili artistici

Un portavoce di OpenAI ha dichiarato empre a TechCrunch: “ChatGPT rifiuta di replicare lo stile di singoli artisti viventi”. Tuttavia, l’azienda consente al modello di imitare “stili di studio più ampi”, come quello di Studio Ghibli. Questa distinzione, però, non convince tutti: artisti viventi, come Hayao Miyazaki, hanno contribuito a definire lo stile unico dello studio. Test condotti su diversi generatori di immagini IA, inclusi quelli di Google Gemini, xAI Grok e Playground.ai, confermano che il modello di OpenAI produce le repliche più accurate dello stile Ghibli, superando i concorrenti in precisione e fedeltà estetica.


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Redazione Innovation Island