La Digital Service Tax (DST) italiana subirà un significativo ampliamento con l’approvazione della nuova legge di bilancio, modificando profondamente il suo impatto sulle imprese che operano nel settore digitale.
La DST è una tassa del 3% applicata alle imprese che generano ricavi attraverso attività digitali come la pubblicità online, l’accesso a piattaforme digitali e la trasmissione di dati ricavati dagli utenti. Questa tassa è specificamente mirata alle aziende che operano in Italia ma che potrebbero avere la loro sede fiscale all’estero, sfruttando i vantaggi del mercato italiano senza contribuire adeguatamente al sistema fiscale nazionale.
In precedenza, la DST si applicava solo alle imprese con ricavi globali superiori a 750 milioni di euro e ricavi di almeno 5,5 milioni generati in Italia. Tuttavia, con la nuova legge, queste soglie verranno eliminate, ampliando notevolmente il numero di aziende coinvolte, includendo anche quelle di dimensioni minori che operano nel settore digitale. Questo significa che qualsiasi impresa che sfrutta la rete per pubblicità digitale o per offrire accesso a piattaforme digitali sarà soggetta alla tassa, indipendentemente dai ricavi globali o nazionali.
La nuova Web Tax colpirà tutte le imprese che utilizzano la rete per:
• Pubblicità digitale su siti web e social network.
• Fornire accesso a piattaforme digitali.
• Ottenere e trasmettere dati degli utenti.
Questo riguarda sia grandi multinazionali del settore tecnologico, come le piattaforme di social media e i motori di ricerca, sia le piccole e medie imprese che utilizzano questi strumenti per monetizzare i propri servizi digitali.
Le categorie escluse dalla tassa includono la gestione digitale dei servizi interbancari, la fornitura diretta di beni e servizi tramite piattaforme non intermediari, e la cessione di beni ordinati direttamente dai fornitori tramite il loro sito web.
La nuova Digital Service Tax entrerà effettivamente in vigore a partire dal 2026. Le aziende dovranno inviare la dichiarazione dei ricavi digitali entro il 30 giugno di ogni anno, riportando i ricavi generati nell’anno solare precedente. Il primo appuntamento concreto sarà quindi per il 2026, quando le aziende dovranno dichiarare i ricavi del 2025 e versare l’imposta entro il 16 maggio 2026 .
Questa espansione della DST rappresenta una mossa importante per l’Italia nella regolamentazione dell’economia digitale, allineandosi agli sforzi internazionali per garantire una tassazione più equa e bilanciata delle imprese digitali.
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