Da Oscar Wilde fino all’intelligenza artificiale applicata al lavoro degli avvocati il passo può sembrare breve e forse lo è. Ma in epoca di intelligenza artificiale anche all’interno degli studi legali l’uomo resta al centro all’insegna di un “nuovo umanesimo”. Lo spiega Andrea Vincenti, avvocato esperto di diritto commerciale e managing partner dello studio Vincenti & Partners. Il legale sarà uno dei protagonisti di Legal Tech Island di Palermo, la prima manifestazione in Italia creata per discutere di innovazione nel settore dei giuristi e degli studi legali.
Perchè partire da Wilde. Lo dice lo stesso avvocato: “la tradizione è un’innovazione ben riuscita”, diceva lo scrittore irlandese. “Questo perché? Perché di fatto il rapporto tra tradizione e innovazione non è un rapporto dialettico, ma è un rapporto osmotico. Vi è una stretta correlazione tra ciò che è tradizione e, appunto, ciò che è innovazione”. E così nell’ambito del settore legale “quello che è per definizione tradizione come il diritto, si fonde con l’innovazione in un rapporto osmotico”. Basta vedere come è cambiata la professione negli ultimi anni con le ultime riforme dal processo telematico, alle notifiche via pec per fare un esempio fino alla firma digitale degli atti. “Innovazioni che già sono diventate tradizione”. A ciò naturalmente “dobbiamo aggiungere le nuove sfide portate da tecnologie che sono oggi in fase di implementazione: ovviamente il pensiero non può che andare all’intelligenza artificiale in ordine alla quale ho un approccio ‘tradizionalista’”. Ovvero al centro di tutto c’è sempre l’uomo: “tutte le nuove tecnologie che sono già un bagaglio della nostra professione mentre quelle in fase di sviluppo costituiscono in ogni caso un valido supporto per lo svolgimento di un’attività che comunque non può che essere svolta da un essere umano e cioè da un dal giurista”.
Quindi, secondo Vincenti “mi pongo in linea con quanti ritengono che anche l’avvento dell’intelligenza artificiale non andrà a sostituire la professione legale ma appunto ne costituirà un fondamentale supporto in termini di ricerca legale, in termini di individuazione dei precedenti giurisprudenziali, in termini di ricerca anche dottrinale da prendere ovviamente con tutte le cautele del caso sulla possibile possibile esito di un giudizio. Tutte tutte appunto strumenti che vanno ad aggiungersi all’armamentario classico ed intramontabile del professionista legale quale appunto la i manuali di dottrina i codici i codici”.
Vincenti nel corso dell’intervista cita anche un “giochino” che ha tentato con alcuni imprenditori clienti dello studio legale. “Convinti che queste forme di software sostituiranno certe professioni”, ha raccontato, “abbiamo sottoposto un quesito legale abbastanza complesso su un caso che riguardava uno dei miei clienti. La risposta è stata ‘si affidi ad un professionista’”…