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L’impatto dell’IA sulle professioni, Palmigiano “l’uomo deve restare al centro”

Circa 20 milioni di lavoratori nell‘Unione europea perderebbero il posto di lavoro a breve termine se non si prendono rapidamente delle precauzioni, vista la velocità di sviluppo dell’intelligenza artificiale. È quanto emerge da uno studio del Centre for European Policy Network (Cep), in cui si sottolinea come siano i lavoratori più qualificati quelli più esposti all’impatto della nuova tecnologia. Mentre i precedenti progressi tecnologici hanno aumentato le competenze dei dipendenti e quindi la loro produttività, la cosiddetta  AI generativa distruggerà in modo irreversibile interi profili professionali, osservano i ricercatori. “Circa un posto di lavoro su dieci nell’Unione sarà direttamente interessato entro la fine di questo decennio. Lo spettro va dai manager e dai consulenti agli avvocati e agli specialisti di marketing”, afferma l’esperto digitale del Cep di Berlino, Anselm Küsters, autore dello studio insieme all’esperta della sede di Roma del Cep, Eleonora Poli. Per prevenire le distorsioni del mercato del lavoro e costruire la resilienza sociale, i ricercatori suggeriscono di adattare i sistemi di sicurezza sociale e propongono una nuova concettualizzazione dell’idea di reddito di base, ossia una misura collettiva di condivisione dei rischi che, a differenza di una ‘tassa sui robot’, risulti meno distorsiva dal punto di vista economico.

L’incontro di Nuova Delhi

Dei pericoli e delle opportunità dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle professioni e, in particolare, in quella legale, parlerà a Nuova Delhi l’avvocato palermitano Alessandro Palmigiano. E’ l’unico professionista europeo invitato alla Conference on Cyberlaw Cybercrime & Cybersecurity 2024 per la decima edizione dell’evento. Un momento di confronto tra i maggiori esperti del settore della cybersecurity provenienti dai cinque continenti, organizzato da Cyberlaws.net e dallo studio internazionale Pavan Duggal Associates con il patrocinio, tra gli altri, del ministero degli Affari Esteri, del ministero delle Tecnologie e dell’Elettronica e del dipartimento degli Affari legali dell’India. Si libera tempo ma il professionista, l’uomo, resta sempre al centro del lavoro di un professionista in campo legale, sostiene Palmigiano.  

“Le risposte dell’Ia da non prendere acriticamente”

“E’ chiaro che l’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale determinerà una riduzione e una agevolazione del lavoro perché svolgerà in pochissimi secondi funzioni di ricerca e previsione del caso sul quale il professionista investe anche molto tempo”, spiega Palmigiano, “resta il tema che l’uomo resta sempre al centro. Da un lato non può prendere acriticamente gli aspetti che l’Ia rende ad un avvocato, anche sul profilo etico. Se diamo in un sistema di Ia dei pregiudizi si rischia che questi pregiudizi si amplifichino. Ma il chiarire al cliente quali sono gli aspetti positivi e negativi rischia sempre affidato all’avvocato e questo farà la differenza”. 

Sicurezza dei dati on line “nessuno si senta sicuro”

Altro tema che verrà affrontato è quello della cybersicurezza. Secondo una recente analisi della vulnerabilità degli utenti e delle aziende agli attacchi cyber effettuato dall’osservatorio Cyber di Crif, infatti, emerge che nei primi sei mesi del 2024 è aumentata l’esposizione di nuovi dati in circolazione sul dark web ed è aumentato anche del 10%, rispetto al semestre precedente, il numero degli alert inviati relativi all’esposizione di dati sul dark web, che è stato di ben 978.957. “Nessuno può dirsi al sicuro, neanche l’utente più abituato ad usare i mezzi informatici”, aggiunge Palmigiano. “le frodi on line sono aumentate esponenzialmente. Qui si apre una questione sulla sicurezza anche dei dati: come mai spesso il truffatore indica nel messaggio fasullo proprio la nostra banca? Probabilmente ci potrebbero essere stati dei furti di dati nella nostra banca”. 

Antonio Giordano