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L’Intelligenza artificiale contro il traffico delle opere d’arte

Il traffico illecito di opere d’arte è secondo come volume d’affari solo a quello di droga e armi con una cifra presunta di circa 10 miliardi di euro all’anno. Con una particolarità: la vendita di opere d’arte può aprire la porta anche al riciclaggio di denaro che tramite lo scambio con quadri o reperti serve a “ripulire” certe somme illecite ed inizia ad esserci anche un interesse delle reti terroristiche a questo tipo di “investimento” per finanziare le proprie attività.

L’Italia ha una delle legislazioni più all’avanguardia in questo campo e, insieme, uno dei sistemi di contrasto maggiormente attivi grazie ad un nucleo dei Carabinieri (il nucleo tutela patrimonio) nato proprio a questo scopo. Ed oggi le tecnologie e l’uso dell’intelligenza artificiale possono dare una mano, anzi danno una mano al lavoro quotidiano

Alla ricerca dei beni perduti andati in vendita

“Ad oggi ci aiuta per identificare i beni che sono in vendita on line come illecitamente sottratti”, ha spiegato il maggiore Salvatore Rapicavoli al lavoro al comando nazionale del Nucleo “ci aiuta sulla comparazione delle immagini e dei testi che noi troviamo, rispetto a quelli che abbiamo in banca dati”. L’intervento nel corso di un incontro organizzato dalla Fondazione Wanted che dagli anni Novanta promuove la conoscenza delle opere trafugate.

La banca dati cresce dal 1969, anno di nascita del Nucleo e oggi conta oltre 1,2 milioni di opere rubate censite su un totale di circa 7 milioni di opere registrate. A partire da questo data base si concretizza il lavoro dei Carabinieri del Nucleo e la ricerca on line (dal web normale fino al deep web e al dark web) è uno degli impegni più gravosi per i militari.

Un sistema capace di scoprire i falsi

“Una delle principali attività che portiamo avanti per recuperare il patrimonio nazionale e lo facciamo attraverso questo nuovo sistema di ricerca automatica che sfrutta proprio l’intelligenza artificiale nel nell’ambito delle fasi di comparazione. Il sistema si chiama Swads, che sta per “Stolen Works af Art Detection System“, ha spiegato il maggiore. Il prossimo passo sarà quello di implementare (con Swads 2) il sistema che sarà capace anche di riconoscere i falsi che comporterà anche un allargamento dei confini: “per identificare beni scavati clandestinamente di origine italiana, per individuare oggetti che possono essere esportati da Paesi in crisi o da Paesi in guerra, quindi lavoreremo anche per interessi internazionali e non solo nazionali”. 

Antonio Giordano