Il polo industriale di Catania si trova in una fase di forte trasformazione, con opportunità e sfide che stanno ridefinendo il suo ruolo strategico all’interno del panorama economico e tecnologico nazionale. Se da un lato il distretto industriale etneo si conferma un hub di eccellenza per semiconduttori, energie rinnovabili e farmaceutica, dall’altro si registrano preoccupazioni su possibili ricadute occupazionali legate a decisioni strategiche delle multinazionali presenti sul territorio.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, le aziende confermano i loro piani di investimento, nonostante l’incertezza del contesto globale. “L’industria catanese è un pilastro fondamentale per l’economia del territorio, con comparti che si distinguono per innovazione, competitività e capacità di stimolare lo sviluppo”, ha dichiarato Franz Di Bella, vicepresidente vicario di Confindustria Catania. In particolare, il settore dei semiconduttori con StMicroelectronics (StM) e delle energie rinnovabili con 3Sun sta attirando ingenti risorse economiche, con l’obiettivo di rafforzare la competitività internazionale delle imprese catanesi.
Il colosso dei semiconduttori StM ha confermato l’avanzamento del suo piano industriale, che prevede un investimento da cinque miliardi di euro per la realizzazione di un nuovo impianto destinato alla produzione di fette in carburo di silicio. Il sindaco di Catania, Enzo Trantino, ha rassicurato sulla continuità del progetto: “L’investimento non è in discussione, i piani annunciati vanno avanti come da programma”.
Nonostante il piano di espansione, permangono alcuni interrogativi legati alla riorganizzazione della forza lavoro. I sindacati hanno espresso preoccupazione per un programma di riduzione dei costi basato su uscite volontarie: “Ogni tre lavoratori che lasciano, ne entra solo uno, segnando il primo ridimensionamento storico della StM a Catania”, si legge in una nota della Cgil. Tuttavia, l’amministratore delegato di StM Italia, Lucio Colombo, ha ribadito il costante impegno dell’azienda nella selezione di profili altamente specializzati e nella formazione con l’Università di Catania, dove sono stati attivati master in tecnologie di potenza e automazione.
Il panorama industriale di Catania si trova adesso in un equilibrio dinamico tra crescita e incertezza. Da un lato, gli investimenti nelle tecnologie avanzate e nella sostenibilità indicano una traiettoria positiva per il futuro del polo tecnologico siciliano. Dall’altro, le tensioni occupazionali e le incertezze legate alla strategia delle multinazionali pongono delle sfide significative. La capacità delle istituzioni locali e degli attori industriali di trovare soluzioni condivise sarà determinante per garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio.
Meno rassicuranti sono invece le prospettive per lo stabilimento Pfizer di Catania, specializzato nella produzione di antibiotici iniettabili sterili. I sindacati temono che l’azienda possa uscire dal territorio siciliano a causa di un possibile spin-off del settore degli iniettabili sterili, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro. A fronte di queste preoccupazioni, Pfizer ha dichiarato di aver rispettato gli impegni previsti dal piano industriale firmato nel 2022, con un investimento di 34 milioni di euro nel triennio 2022-2024.
Un altro attore chiave nell’ecosistema industriale catanese è 3Sun, azienda controllata da Enel, che sta costruendo la più grande gigafactory europea per la produzione di celle e moduli solari. La produzione è iniziata nel settembre 2024 e, secondo l’azienda, si prevede di raggiungere entro la fine del 2025 una capacità produttiva di 3 GW all’anno, con un potenziale di cinque milioni di pannelli solari prodotti annualmente. Un’innovazione significativa è lo sviluppo della tecnologia “Tandem”, che permette di migliorare l’efficienza dei pannelli solari combinando eterogiunzione e perovskite, raggiungendo un’efficienza di conversione del 30,8%.
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