Idee ed entusiasmo, da soli, non bastano: alla Sicilia dell’innovazione serve di più. Esigenze ed istanze emergono con forza sempre maggiore, soprattutto in occasioni di momenti di confronto e networking, come il Premio Innovazione Sicilia dello scorso 21 novembre.
“Le persone che in Sicilia provano a fare innovazione sono sempre di più” sottolinea Roberto Ruggeri (Sud Innovation Summit). “Ci sono davvero i presupposti per fare bene in Sicilia e le iniziative come il Premio Innovazione Sicilia dovrebbero moltiplicarsi: l’emulazione aiuta la moltiplicazione e sono convinto che il futuro della regione sia roseo”, conclude.
Per andare verso quel futuro, è necessario fare un salto in avanti. Secondo Amedeo Giurazza (Vertis SGR), “C’è un grande movimento, una grande voglia di intraprendere nel mondo della ricerca e della politica, però la politica deve essere attiva. La cosa più facile da fare è imitare ciò che hanno fatto regioni come la Puglia o il Lazio: hanno stanziato dei capitali per attrarre fondi di investimento affinché investano nelle startup del territorio”. “Meglio ancora – conclude Giurazza – se si creano le condizioni per fare nascere operatori di venture capital qui in Sicilia”.
Sempre più realtà cavalcano la grande onda dell’innovazione in Sicilia: “Si vede una maggiore sofisticatezza da parte delle startup e di chi se ne occupa”, sottolinea Ugo Parodi Giusino, (Magnisi). Sul potenziale innovativo della Sicilia c’è un elevatissimo hype che, però, non è sufficiente: “Adesso è il momento di dimostrare con l’aiuto della politica, del privato, delle aziende e delle corporate che si può fare qualcosa di molto più strutturato rispetto a ciò che c’è stato fino a ora”.