News

Una festa che continuerà

Il giorno dopo il Premio per l’innovazione si può dire che è stata una grande festa. I premi assegnati, gli interventi dei relatori, l’esordio del giornale. “Una atmosfera incredibile” dice Elita Schillaci docente all’università di Catania e alla guida del comitato che ha valutato le candidature. Adesso bisogna lavorare per proseguire con lo stesso spirito di festa e voglia di fare che si è registrato nel corso della giornata di ieri provando a raccogliere gli stimoli che sono arrivati dai tanti ospiti presenti all’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva di Palermo. Il primo dei quali è riuscire ad essere una voce autorevole del mondo dell’innovazione su base regionale. Lavoreremo per questo raccontando tutto quello che si muove “senza provincialismi ed ego eccessivi”, come ha consigliato Tony Siino, web strategist e influencer marketing. 

Un ritardo che può essere utile

Ma nel corso della giornata abbiamo avuto anche un riscontro reale di quello che leggiamo sui giornali. Ovvero della grande attrattiva della Sicilia e di Palermo, in particolare, per tutta una comunità di “nomadi digitali”. “La #Sicilia è spesso non pervenuta quando si parla di #innovazione; non c’è un incubatore certificato, non c’è un investitore istituzionale (VC) ed anche il sostegno pubblico è poco significativo se confrontato con quanto fatto da altre regioni nel meridione (es. Calabria, Campania, Puglia)”, continua  Danilo Mazzara, strategy advisor con 25 anni di esperienza in Accenture a Milano, palermitano di origine e sempre più presente in città. “E’ necessario ed importante fare qualcosa per recuperare questo gap, ma è altrettanto importante evitare che le poche risorse disponibili si disperdano in tante micro-iniziative che rischiano di essere poco significative se non hanno la giusta scala”. Oggi i fondi e le disponibilità di risorse non mancano ed è una situazione diversa rispetto a 10 anni fa quando si parla di innovazione e start up. La Sicilia ha una occasione e può trasformare il ritardo con cui è partita in un vantaggio ovvero “non commettere gli errori degli altri”, chiude Mazzara.  

Una visione e la comunità

Di visione si era parlato nel primo editoriale  e di visione parla anche il collega Giovanni Villino: “di fronte ai venti del cambiamento possiamo costruire muri o mulini a vento. Non ci sono punti di vista. Ma visioni. E su quelle bisogna fondare l’azione nel presente. E Innovation Island è già un esempio bello e importante”. Una visione che unisce una comunità: “Non c’è innovazione senza condivisione; non c’è orizzonte senza prospettive; non c’è identità senza comunità”, aggiunge Assia La Rosa collega giornalista e componente del comitato di valutazione delle proposte giunte al premio contenta, durante uno dei break a base di birra e caffè, di non essere in una call ma di incontrare amici e colleghi. La festa continua.

Antonio Giordano