Tre distretti per ripensare il futuro della Sicilia, ma l’incognita Trump minaccia l’export hi-tech
Agroalimentare - 16/05/2025
di Antonio Giordano
In un panorama globale sempre più instabile, tra reshoring industriale, digitalizzazione e transizione green, anche la Sicilia riscopre il valore delle sue vocazioni produttive. Il recente studio realizzato da SVIMEZ presentato nel corso di un convegno organizzato da IRFIS individua tre ecosistemi industriali in cui l’Isola mostra un vantaggio comparato interno al Mezzogiorno: agribusiness, elettronica e socio-assistenziale. Settori che, se valorizzati, possono costituire la spina dorsale della nuova traiettoria di sviluppo dell’Isola che devono però aver a che fare con i possibili dazi minacciati dal presidente Usa Donald Trump. Ecco una possibile mappa con la quale indirizzare gli sforzi per fare crescere nuove iniziative imprenditoriali ad alto valore aggiunto secondo la ricetta del direttore di Svimez, Luca Bianchi, per lo sviluppo della Sicilia: “più R&D e meno B&B”.
Elettronica: il motore dell’innovazione industriale siciliana
Catania si conferma il cuore pulsante dell’elettronica avanzata nel Sud Europa, con oltre 7.400 addetti nel settore. Qui operano giganti come STMicroelectronics e 3SUN, accanto a infrastrutture di ricerca di alto profilo (come il CNR e i progetti Chips JU), acceleratori come CrossConnect e hub come Le Village by CA Sicilia, che puntano su mobilità elettrica, fotonica, telecomunicazioni e semiconduttori. Senza dimenticare il lavoro che da tempo svolgono diversi attori del catanese e non ultimo la Fondazione Marea. Un settore in forte espansione, anche grazie al coinvolgimento dell’Europa nei progetti strategici legati al Chips Act, e che trova nel progetto Samothrace un ponte tra scienza, imprese e applicazioni in ambiti chiave come energia, salute e agritech.
Agribusiness: una tradizione che guarda all’export
Il comparto agroalimentare, con oltre 154.000 addetti, è il più importante in termini occupazionali. Ma la forza dell’agribusiness siciliano non risiede solo nei numeri: è nella qualità, nella biodiversità e nell’export che l’Isola trova un posizionamento distintivo. Nel periodo 2015-2022, l’export agroalimentare è cresciuto da 1 a 1,6 miliardi di euro, grazie anche al traino di produzioni DOP e IGP, come olio, vino e agrumi. Territori come il Catanese, il Ragusano e il Trapanese, l’area attorno Castelbuono in provincia di Palermo presentano specializzazioni territoriali rilevanti, mentre le filiere locali possono oggi evolvere in chiave sostenibile e digitale, puntando su blockchain, agritech e bio-packaging.
Servizi socio-assistenziali: innovare il welfare
Con oltre 107.000 addetti, il settore dei servizi alla persona è il terzo ecosistema trainante in Sicilia. In un contesto demografico caratterizzato da invecchiamento e domanda crescente di assistenza, il potenziale di questo comparto è legato alla capacità di innovare i modelli di cura. Telemedicina, domotica, robotica per l’assistenza, piattaforme digitali per la gestione dei servizi domiciliari sono ambiti su cui startup e PMI siciliane possono innestare processi di crescita e collaborazione con il settore pubblico.
L’incognita globale: dazi e frammentazione
Accanto alle opportunità, emergono anche rischi concreti. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca – o comunque un rafforzamento della logica dei blocchi economici – potrebbe avere effetti diretti sull’economia siciliana. Secondo le stime SVIMEZ, l’introduzione di dazi USA al 20% comporterebbe una riduzione del 13,5% dell’export siciliano verso gli Stati Uniti, con un impatto pesante su due comparti chiave: agroalimentare (-17,9%) ed elettronica (-10,5%). Vale la pena ricordare che l’11% dei prodotti elettronici italiani esportati negli USA proviene dalla Sicilia, e che il 77% dell’export hi-tech del Mezzogiorno verso gli States è siciliano. In altre parole, l’export elettronico dell’Isola è fortemente esposto alle dinamiche geopolitiche, rendendo urgente un rafforzamento delle strategie di internazionalizzazione, diversificazione dei mercati e investimenti in resilienza logistica.