Pietro Navarra (Università degli Studi di Messina) nel corso dello Spotlight Capitale Umano del Premio Innovazione Sicilia 2024, ha spiegato come l’investimento nel capitale umano sia oggi il più redditizio per affrontare globalizzazione e innovazione tecnologica. Lo ha fatto, partendo da alcune considerazioni sul PIL e la produttività del lavoro: in Italia si produce di meno e si lavora di più. Come si spiega questo paradosso? “Lavoriamo di più, ma lavoriamo male“.

Il problema non è la qualità dei beni e servizi, ma il processo di produzione di beni e servizi: il progresso tecnologico permette di valorizzare le risorse disponibili nei processi produttivi. L’economista Arthur McAfee ha detto che il progresso tecnologico permette di fare di più con meno, quindi ecco spiegata la ragione del divario che esiste in Italia, legato all’incapacità di tradurre il lavoro in prodotto, come fanno altri Paesi.

La persona non è soltanto il fattore produttivo che permette di produrre innovazione, ma anche quel fattore produttivo che permette all’innovazione di essere sfruttata al meglio. La persona è sempre stata motore di crescita nella storia, ma mai come adesso l’investimento nella persona garantisce al sistema economico un rendimento così elevato. È importante produrre sempre più capitale umano, sempre più di qualità e due sono gli strumenti principali: la scuola e l’università.

Il lavoro è cambiato per la globalizzazione e l’innovazione tecnologica. Esiste un grande mercato globale e il valore produttivo più elevato è dato da ciò che ha un valore di unicità elevato. Questi beni e servizi che hanno unicità sono prodotti in quei settori dotati di alta innovazione tecnologica. Se volessimo affrontare la globalizzazione con successo dovremmo puntare sull’innovazione, ma abbiamo visto che il motore principale dell’innovazione è la persona: investire sulla persona significa affrontare e vincere le sfide della modernità, per garantire al nostro Paese progresso e crescita economica nel prossimo futuro.