L’intelligenza artificiale, un aiuto concreto per salvare vite 

L’intelligenza artificiale sta dimostrando un crescente potenziale nel supportare le emergenze mediche, come dimostra una recente sperimentazione pubblicata su Resuscitation. L’indagine, condotta da un team internazionale guidato da Federico Semeraro, presidente dell’European Resuscitation Council, ed Elena Giovanna Bignami, presidente della Società Italiana di Anestesia, ha esaminato l’efficacia della modalità vocale avanzata (Advanced Voice Interaction, AVI) di ChatGPT nel fornire istruzioni di primo soccorso. 

L’esperimento e i suoi risultati

Questa sperimentazione si inserisce in un contesto in cui i precedenti assistenti vocali spesso fallivano nell’offrire un aiuto efficace: uno studio pubblicato su JAMA Network Open aveva rilevato che solo il 28% degli strumenti suggeriva di chiamare i soccorsi e il 34% forniva istruzioni di base sulla RCP. 

Lo studio ha simulato il caso di un soccorritore non addestrato che, trovandosi di fronte a una persona in arresto cardiaco, riceve istruzioni vocali da ChatGPT per eseguire la rianimazione cardiopolmonare (RCP). Sono state testate quattro voci del chatbot (Cove, Ember, Soul e Spruce) per valutare la qualità delle informazioni fornite e il supporto emotivo al soccorritore. 

Le risposte dei nuovi assistenti vocali di ChatGPT si sono dimostrate molto migliorate. Tuttavia, restano alcune sfide da affrontare, come il funzionamento in ambienti rumorosi, la gestione dello stress dell’utente e l’adattabilità in situazioni con molti astanti. Gli autori sottolineano che ulteriori studi saranno necessari per integrare l’AI nella catena del soccorso, senza sostituire il ruolo fondamentale degli operatori. 

Formazione come chiave per salvare vite 

Al Congresso di Bologna organizzato dall’Italian Resuscitation Council (IRC), oltre 700 esperti hanno discusso dell’importanza della formazione sul primo soccorso. Insegnare manovre salvavita come il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore automatico esterno (DAE) potrebbe aumentare significativamente le possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco, fino a triplicarle. 

Tra le proposte più interessanti, spicca l’idea di rendere obbligatoria la formazione al primo soccorso per chi ottiene la patente di guida. In Danimarca, dove una misura simile è in vigore dal 2006, il numero di cittadini in grado di eseguire la RCP è passato dal 27% del 2005 all’80% nel 2019, con un aumento della sopravvivenza a 30 giorni dal 4,5% al 14%. 

Uno sguardo a un futuro migliore

La diffusione della “cultura del soccorso” passa anche dall’inserimento della formazione sulla rianimazione nei programmi scolastici, come previsto dalla legge italiana n. 116 del 2021. Inoltre, l’uso di tecnologie innovative, come le applicazioni per la geolocalizzazione dei defibrillatori, e il continuo miglioramento delle intelligenze artificiali potrebbero rivoluzionare il primo soccorso. 

Entro il 2025, l’European Resuscitation Council pubblicherà le nuove linee guida internazionali per la RCP, frutto del lavoro di esperti di tutta Europa. La speranza è che, attraverso campagne di sensibilizzazione e tecnologie avanzate, sempre più persone siano preparate a intervenire e salvare vite in situazioni di emergenza. 

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