Ddl Intelligenza Artificiale, via libera dal Senato: le principali novità
News - 20/03/2025
di Redazione Innovation Island
Con 85 voti a favore e 42 contrari, il Senato ha dato il primo via libera al ddl in materia di intelligenza artificiale. Il provvedimento, che adesso passerà all’esame della Camera, definisce i principi generali della disciplina posta dal disegno di legge, con focus sul preservamento dei diritti fondamentali, delle libertà e dello svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica. Ecco quali sono le principali novità.
Le attività connesse a sistemi e modelli di intelligenza artificiale, se condotte ai fini di cybersicurezza, sicurezza o difesa nazionale, sono escluse dall’ambito applicativo delle nuove regole. Rientrano tra queste, ad esempio, le attività dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) o quelle del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). Rimane, comunque, fermo l’obbligo del rispetto dei diritti fondamentale e delle libertà previste dalla Costituzione e dello svolgimento della vita istituzionale e politica con metodo democratico.
Il documento prevede anche la tutela del diritto d’autore delle opere generate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, a condizione che la loro creazione derivi dal lavoro intellettuale dell’autore. Si consente, inoltre, la riproduzione e l’estrazione da opere o altri materiali contenuti in rete o banche dati cui si ha accesso legittimo, effettuata tramite l’utilizzo di modelli e sistemi di intelligenza artificiale, inclusi quelli generativi.
Ancora, i sistemi di intelligenza artificiale destinati ad uso pubblico, devono essere installati su server che sorgono nel territorio nazionale, per garantire sovranità e sicurezza dei dati sensibili dei cittadini (fanno eccezione i sistemi di IA impiegati all’estero nell’ambito di operazioni militari).
Ambito sanitario e della ricerca
Rimanendo nell’ambito di dati sensibili, l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nell’ambito sanitario deve avvenire nel rispetto di diritti, libertà e interessi della persona, quindi anche in materia di protezione dei dati personali. Previsto il divieto di condizionare l’accesso alle prestazioni sanitarie a criteri discriminatori, tramite impiego di strumenti di IA. A monte di tutto questo, rimane sempre impregiudicata la decisione, che spetta agli esercenti la professione medica. Gli interessanti, inoltre, hanno il diritto di essere informati sull’eventuale impiego di tecnologie di IA.
Il ddl modifica il decreto legge 179 del 2012, il cui articolo 12 detta disposizioni riguardanti il Fascicolo sanitario elettronico, i sistemi di sorveglianza del settore sanitario e il governo della sanità digitale. Si aggiunge un nuovo articolo, il 12-bis, in tema di intelligenza artificiale nel settore sanitario, per garantire strumenti e tecnologie avanzate in campo sanitario.
Viene dichiarato di rilevante interesse pubblico il trattamento dei dati, anche personali, eseguito da soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, per la ricerca e la sperimentazione scientifica nella realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale per finalità terapeutica e farmacologica, in quanto necessari per la creazione e l’uso di banche dati e modelli di base. Si rimette, invece, il trattamento dei dati personali per finalità di ricerca e sperimentazione a un decreto del ministro della Salute, da emanarsi entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge.
Ambito del lavoro
Il ddl disciplina anche l’uso dell’IA all’interno del mondo del lavoro, esaminando gli obiettivi che si intendono perseguire mediante l’impiego della nuova tecnologia e prevedendo il rispetto della dignità umana, la riservatezza dei dati personali e la tutela dei diritti inviolabili dei prestatori, in conformità a quanto prescritto dal diritto europeo. L’impiego dell’intelligenza artificiale deve possedere i caratteri della sicurezza, dell’affidabilità e della trasparenza. Viene istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, al fine di contenere i rischi derivanti dall’impiego dei sistemi di IA in ambito lavorativo, massimizzando i benefici.
Dal ddl arriva il via libera a investimenti sotto forma di equity o quasi equity, fino a 1 miliardo di euro nel capitale di rischio di imprese che operano in Italia nei settori dell’IA, della cybersicurezza, delle tecnologie quantistiche e dei sistemi di telecomunicazioni.
In conclusione, viene definita la governance italiana sull’IA, con disposizioni in materia di Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale. Questa Strategia deve essere approvata con cadenza almeno biennale dal Comitato interministeriale per la transizione digitale e deve mirare a favorire la collaborazione tra PA e soggetti privati per lo sviluppo e l’adozione di sistemi di IA, coordinare l’attività della PA in materia, promuovere ricerca e diffusione della conoscenza in materia di IA, indirizzare misure e incentivi finalizzati allo sviluppo imprenditoria e industriale dell’IA. Immagine di rawpixel.com su Freepik.