AI Literacy, la nuova alfabetizzazione digitale che l’Europa ci chiede di imparare
News - 30/06/2025
di Redazione
Uno dei concetti-chiave emersi dalla rivoluzione digitale in corso, è quello di AI Literacy, ovvero l’alfabetizzazione all’intelligenza artificiale. Non si tratta più soltanto di una competenza facoltativa o di nicchia. Con l’entrata in vigore del nuovo AI Act europeo, infatti, l’AI Literacy assume un ruolo centrale nella strategia comunitaria per l’innovazione e la tutela dei diritti digitali.
Ma cosa significa realmente AI Literacy? Secondo la definizione della Commissione Europea, questo concetto racchiude “le competenze, le conoscenze e la comprensione che consentono ai fornitori, ai deployer e alle persone interessate, tenendo conto dei loro rispettivi diritti e obblighi nel contesto del presente regolamento, di procedere a una diffusione informata dei sistemi di IA, nonché di acquisire consapevolezza in merito alle opportunità e ai rischi dell’IA e ai possibili danni che essa può causare“.
Non basta, dunque, sapere che l’IA esiste. È necessario saperla riconoscere, comprenderne i limiti, le potenzialità e le implicazioni etiche.
AI Act e nuovi obblighi formativi
Il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, l’AI Act, approvato in via definitiva nel 2024, segna un punto di svolta normativo. Tra i suoi numerosi articoli, introduce obblighi formativi specifici per enti pubblici, imprese e utenti professionali che impiegano sistemi di IA classificati ad alto rischio.
L’articolo 4 dell’AI Act stabilisce che gli utilizzatori devono essere formati “sulle modalità di utilizzo dei sistemi di IA in modo sicuro, sulle limitazioni note e sui rischi derivanti dal loro impieg””. Inoltre, l’articolo 13 impone ai fornitori l’obbligo di garantire una comprensione adeguata del funzionamento dell’algoritmo da parte dell’utente finale.
In sostanza, la legge chiede che chi progetta, impiega o semplicemente interagisce con l’IA sia in grado di farlo con cognizione di causa, riducendo il rischio di abusi, fraintendimenti o discriminazioni algoritmiche.
A partire dal 2 febbraio 2025, l’AI literacy è diventata un requisito normativo, come introdotto dall’Articolo 4. Questo significa che le organizzazioni pubbliche o private che sviluppano o utilizzano sistemi di AI sono già tenute ad implementa percorsi di formazione per l’alfabetizzazione.
AI Literacy per cittadini e scuole: l’educazione diventa priorità
Non solo aziende e PA: l’AI Literacy è destinata a diventare una competenza trasversale per tutta la cittadinanza, a partire dalle scuole. A sottolinearlo è la Commissione Europea, che nel Piano d’azione per l’educazione digitale 2021-2027 inserisce l’intelligenza artificiale tra le abilità chiave da sviluppare già nei percorsi scolastici.
Anche il Parlamento UE si è espresso in questa direzione con la Risoluzione del 20 ottobre 2020, invitando gli Stati membri a “rafforzare le competenze digitali degli studenti, inclusa la comprensione dei sistemi di IA”.
L’obiettivo è formare una società consapevole, capace di interrogarsi su cosa c’è dietro un chatbot, una raccomandazione online o una decisione automatizzata. Perché solo un cittadino informato può esercitare pienamente i propri diritti digitali.
Sfide e opportunità per le imprese innovative
Per le imprese, soprattutto quelle attive nel settore tech, l’AI Literacy non è soltanto un obbligo regolamentare: è un asset strategico. Comprendere e saper spiegare come funziona un algoritmo, garantire trasparenza e tracciabilità dei dati, saper comunicare l’affidabilità dei propri sistemi IA può diventare un vantaggio competitivo determinante.
Non a caso, molte realtà innovative stanno già implementando percorsi di formazione interna per sviluppatori, data scientist, designer e manager. Come sottolinea il giurista Oreste Pollicino, “la trasparenza algoritmica sarà uno degli elementi cardine del nuovo ecosistema digitale europeo”.
Connessioni Digitali con Oreste Pollicino
Dati personali, libertà di espressione, competitività e intelligenza artificiale sono i terreni su cui si gioca il futuro tecnologico dell’Unione Europea. Nell’era delle piattaforme digitali e degli algoritmi, la corsa all’innovazione tecnologica si gioca sul filo di un paradosso: come essere leader nell’innovazione riuscendo allo stesso tempo a garantire la protezione dei dati, la libertà di espressione, la responsabilità delle piattaforme e la governance dell’intelligenza artificiale?
E, ancora, come la regolamentazione varata dall’Unione Europea sta influenzando la capacità dell’Europa di tenere il passo con i due più importanti player nel campo dell’IA e dell’innovazione digitale, USA e Cina? E quali costi e benefici discendono per le imprese europee dall’impianto giuridico di regolamentazione del mondo digitale?
Proprio di questi temi si parlerà nel prossimo incontro di Connessioni Digitali, in programma il 10 luglio alle ore 11, presso la sede di Sicindustria a Palermo (via Alessandro Volta, 44). Ospite d’eccezione sarà Oreste Pollicino, costituzionalista tra i massimi esperti europei di digital governance e voce autorevole sul rapporto tra diritti fondamentali e tecnologie emergenti.
Per partecipare, basta compilare il form sottostante
L’AI Literacy si impone come una nuova forma di alfabetizzazione civica, necessaria per affrontare in modo consapevole le sfide del presente. Non si tratta di diventare tecnici, ma cittadini digitali attivi e informati. Come già accaduto per l’alfabetizzazione informatica vent’anni fa, oggi siamo davanti a una nuova soglia culturale. E la posta in gioco è alta: comprendere l’IA significa anche difendere la nostra autonomia di scelta, la nostra libertà e i nostri diritti in una società sempre più data-driven.