Gemme, storia e innovazione: UniPa lancia il primo corso di laurea in Italia sull’arte orafa

Nasce a Palermo il primo corso di laurea in Italia dedicato all’arte orafa. Un progetto unico che unisce ricerca scientifica e tradizione artigianale, con l’obiettivo di distinguere diamanti naturali da sintetici e svelare i segreti di gioielli storici come la corona di Costanza d’Aragona.

Distinguere un diamante naturale da uno creato in laboratorio. Ricostruire l’identità di gemme incastonate in gioielli antichi che, dopo secoli, possono ancora custodire segreti. È la sfida del nuovo progetto congiunto tra l’Università degli Studi di Palermo e Assorafi Confcommercio, sancito da un accordo quinquennale. Un’iniziativa che inaugura una nuova stagione di gemmologia investigativa e dà vita anche al primo corso di laurea in Italia sull’arte orafa, attivo dal prossimo anno accademico.

Un corso unico nel panorama nazionale

Il nuovo percorso formativo, dedicato alla tutela e valorizzazione dell’artigianato orafo, sarà un unicum nel panorama italiano. “Il primo corso sull’artigianato in Italia vuole esaltare le competenze territoriali e costruire una professione che può dare un futuro ai nostri giovani – spiega il rettore Massimo Midiri –. È un progetto che unisce saperi accademici e vocazioni produttive, offrendo concrete prospettive occupazionali. L’artigiano, oggi, è anche un piccolo manager”.

La visione: ricerca e impresa a confronto

Un progetto nato dall’intento di unire il rigore della ricerca scientifica alle competenze del settore orafo siciliano – sottolinea Silvano Barraja, presidente di Assorafi –. Così si potrà distinguere un diamante naturale da uno sintetico e ricostruire l’identità di gemme incastonate in gioielli storici, veri testimoni muti del passato”.

La corona di Costanza d’Aragona al centro delle indagini

In attesa dell’avvio del corso, il progetto prenderà forma con indagini scientifiche condotte su manufatti storici dell’arte medievale siciliana. Il primo caso di studio sarà la corona di Costanza d’Aragona, appartenuta alla prima moglie di Federico II e rinvenuta nel suo sepolcro. Realizzata in oro, perle e pietre preziose, oggi è parte del Tesoro della Cattedrale di Palermo.

Studiare la corona di Costanza d’Aragona significa aprire uno squarcio documentato sul passato della nostra identità culturale – afferma Maria Concetta Di Natale, curatrice scientifica del Tesoro –. Non è solo un capolavoro dell’arte orafa medievale, ma anche un testimone di potere, fede e relazioni culturali”.

Le analisi saranno effettuate con strumentazioni all’avanguardia, come la spettroscopia Raman, che consente di indagare le gemme senza rimuoverle o danneggiarle. L’obiettivo è ricostruire provenienze, rotte commerciali e tecniche di lavorazione, restituendo voce e identità a opere che intrecciano arte, fede e storia.

Una rete per il territorio

Il progetto prevede protocolli di analisi gemmologica per musei, un database specialistico per l’identificazione delle gemme, servizi diagnostici a tariffe agevolate per orafi e gioiellieri, e percorsi formativi per nuove figure professionali. È prevista anche l’organizzazione di eventi scientifico-museali dedicati al gioiello siciliano.

Mettere in rete competenze scientifiche, tecnologiche e culturali – osserva Delia Chillura Martino, direttrice dell’ATeN Center di UniPa – significa rafforzare il ruolo dell’Ateneo come motore di innovazione e trasferimento di conoscenze”.

Un modello con respiro internazionale

Il progetto ha ricevuto il plauso anche di Gaetano Cavalieri, presidente della World Jewellery Confederation (CIBJO), che lo ha definito un modello virtuoso di dialogo tra accademia, impresa e tutela culturale, con una possibile ricaduta a livello internazionale.

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