AppLI, la nuova frontiera dell’orientamento: il ministero del Lavoro si affida all’intelligenza artificiale per i giovani neet

Tipo segnalazione: Idea

È iniziata in sordina, ma con un’ambizione che non ha precedenti nel panorama europeo: combattere il fenomeno dei Neet con l’intelligenza artificiale. Da lunedì scorso, il Ministero del Lavoro ha acceso i motori di AppLI, un assistente virtuale sperimentale sviluppato in collaborazione con l’Inps. Si tratta di un “coach” digitale progettato per intercettare e supportare i giovani tra i 18 e i 35 anni che non studiano, non lavorano e non sono integrati nel tessuto sociale. Accessibile gratuitamente dal portale del ministero, il nuovo strumento si propone come una chiave per sbloccare l’enorme potenziale di una fascia demografica finora difficile da raggiungere.

Le funzionalità del “web coach” e il legame con il Siisl

La dimostrazione delle sue funzionalità, illustrata da operatori esperti, ha svelato un’architettura tecnologica complessa e all’avanguardia: AppLI si basa su un’intelligenza artificiale generativa multi-agente. Questo significa che un motore AI composito, formato da molteplici agenti, lavora per fornire risposte precise e per adattare il percorso di assistenza alle specifiche esigenze di ciascun utente. Il 23 settembre, la stampa e gli stakeholder avranno l’occasione di testare il sistema in prima persona, simulando i bisogni di un giovane Neet per comprenderne a fondo il funzionamento. Un’iniziativa che si lega a filo doppio al Siisl, il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, e mira a potenziare le politiche già attive del dicastero guidato da Marina Calderone.

Un milione e mezzo di “invisibili”: la sfida della prima fase

L’obiettivo dichiarato di questa fase iniziale è ambizioso e cruciale: far emergere e agganciare 150mila giovani tra i 18 e i 35 anni, una percentuale significativa di un esercito di quasi un milione e mezzo di “invisibili” che affollano il panorama nazionale. Nonostante AppLI sia già stato testato su un gruppo chiuso di utenti per perfezionare gli algoritmi, il progetto è ancora in una fase di implementazione, con modelli che richiedono ulteriori affinamenti. Gli ideatori sottolineano che, sebbene i modelli siano stati addestrati, la loro efficacia potrà essere garantita solo attraverso una continua evoluzione.

Uno strumento di supporto, non un sostituto

Il valore aggiunto di questo “coach” digitale, viene spiegato dagli addetti ai lavori, sta nella sua capacità di adattarsi alle esigenze individuali, fornendo un supporto orientato all’utente. Nonostante l’accesso sia per ora limitato alla fascia 18-35 anni, i responsabili del progetto confermano che l’Italia è l’unico Paese in Europa a possedere un motore AI di questo genere, tanto che delegazioni straniere, tra cui quella francese, si sono recate a Roma per studiarne il funzionamento. Lo strumento, che non è una specifica app ma una piattaforma web adattativa accessibile da qualsiasi dispositivo, rappresenta un passo in avanti nella lotta contro la disoccupazione giovanile.

Il fattore umano e la “vetrina” dei talenti

“AppLI non sostituirà mai l’essere umano”, hanno ribadito gli esperti del Ministero durante la presentazione. L’assistente virtuale si configura come uno strumento in più, un’esca digitale per raggiungere quei giovani che restano alla finestra, in attesa di un’opportunità. Con un semplice QR code o un link pubblicato sul portale ministeriale, si mira a rendere il primo contatto il più semplice e attrattivo possibile, aumentando la capacità di dialogo e avvicinando una fetta di popolazione che si è sempre dimostrata refrattaria alle politiche attive tradizionali. La riuscita di questa iniziativa dipenderà, in ultima analisi, dalla sua capacità di fare da ponte tra la tecnologia e le necessità concrete di chi cerca disperatamente la propria strada.

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