Quando il digitale è leva di inclusione, Passantino: “Così generiamo impatto nelle periferie”
News - 07/10/2025
di Luisa Cassarà
La sfida per la rinascita digitale delle periferie parte da Palermo e dalla Sicilia: Filippo Passantino racconta come progetti come Il Mediterraneo e la media platform Terramatta TV possano fare la differenza.
Il digitale non è soltanto tecnologia: è cultura, linguaggio e partecipazione. Non tutti, però, hanno le stesse opportunità per comprenderlo e usarlo in modo consapevole. Da qui nasce la riflessione di Filippo Passantino, giornalista e co-fondatore dell’impresa sociale Il Mediterraneo, impegnato nel raccontare i territori fragili attraverso progetti di comunicazione e giornalismo sociale.
La sua è una visione che parte dal basso, dalle periferie di Palermo, e punta a ridurre un divario che non è solo tecnologico, ma anche formativo e culturale. Lo abbiamo intervistato in occasione di “Generazioni Digitali“, l’evento lanciato da Develhope e organizzato in collaborazione con SkillforEquity, Flazio ed Epyc: un appuntamento dedicato all’intelligenza artificiale, aperto a startup, aziende, imprese sociali e giovani professionisti.
Un ecosistema che unisce digitale e impatto sociale
Partendo dall’esperienza di Terramatta TV, Filippo Passantino ha raccontato come l’educazione digitale stia contribuendo a creare nuove professionalità e una consapevolezza più matura sull’uso dei media tra i giovani. È questo il Sud che innova e unisce informazione e impatto sociale, con un modello sicuramente replicabile anche altrove.
“Il Mediterraneo si occupa di raccontare le periferie e di generare impatto sociale attraverso il giornalismo e la comunicazione“. Con questa introduzione, Passantino traccia un perimetro netto: costruire narrazioni utili e responsabilizzanti sui territori fragili, legando informazione e sviluppo locale.
“Abbiamo fondato Terramatta TV, una media platform che raccoglie video realizzati da content creator, per raccontare il volto bello e speranzoso delle periferie, a partire da Palermo, con un progetto che vogliamo rendere scalabile“, ha aggiunto. L’unione tra nuovi linguaggi e racconto visivo coinvolge i giovani e riduce la distanza tra informazione e comunità.
L’impatto sul territorio
“Abbiamo realizzato – ci racconta – laboratori di educazione alla comunicazione digitale e al giornalismo, frequentati da ragazzi che vivono in tre periferie di Palermo (Zen, Ballarò e Brancaccio), che sono periferie geografiche ma anche sociali. Qui abbiamo avuto occasione e modo di accompagnarli nella conoscenza degli strumenti utilizzati nel mestiere giornalistico e degli strumenti digitali“. Un lavoro che unisce formazione, empowerment e cittadinanza attiva.
Un gap da colmare: competenze, linguaggi, professioni
Filippo Passantino ha sottolineato come il nodo non sia solo di natura tecnica: è culturale e professionale e riguarda la capacità di presidiare i formati contemporanei con qualità editoriale: “Mancano competenze digitali, legate alla comunicazione digitale, quindi ad esempio la figura del content creator, che ha necessità di essere ulteriormente sviluppata, conosciuta e diffusa e anche da un punto di vista della comunicazione nei nuovi linguaggi dei social media“.
Da qui, la proposta: “Per colmare questo gap credo che servano dei percorsi di formazione ad hoc che tendenzialmente le grandi istituzioni non sviluppano in modo così settoriale”. Un percorso che dovrebbe passare da programmi agili e mirati, costruiti con imprese sociali, media e partner del territorio, in grado di trasferire competenze operative e creare sbocchi professionali reali.
Perché agire ora
Le parole di Passantino si inseriscono in un quadro più ampio che intreccia innovazione digitale e innovazione sociale. In questo ecosistema il tema delle competenze è strategico per accelerare sviluppo e inclusione.
La traiettoria è chiara: raccontare le periferie con linguaggi contemporanei, formare content creator e operatori della comunicazione con percorsi pratici, costruire piattaforme scalabili che generano impatto. È una chiamata all’azione per chi fa informazione, per chi progetta formazione e per chi investe in innovazione sociale.
Questo contenuto è stato scritto da un utente della Community. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.