Giovani, lavoro, innovazione: nel Rapporto Inps 2025 le nuove sfide per il Mezzogiorno

Il Rapporto annuale dell’Inps, da sempre uno dei principali strumenti di analisi economica e sociale del Paese, è stato presentato nell’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università di Catania alla presenza del presidente nazionale dell’Istituto, Gabriele Fava.

L’appuntamento, promosso in collaborazione con la Direzione regionale Inps Sicilia, ha offerto un quadro aggiornato sulle trasformazioni del lavoro, della previdenza e delle politiche sociali, con particolare attenzione alle sfide che attendono le nuove generazioni.

Innovazione e sostenibilità: le sfide del sistema previdenziale

“L’Inps ha dimostrato in questi anni una straordinaria capacità di innovazione – ha detto il rettore Enrico Foti – non solo attraverso l’uso delle tecnologie digitali, ma anche grazie a un profondo lavoro di ingegnerizzazione delle procedure e dell’organizzazione interna”.

Un processo che, ha aggiunto, ha reso l’Istituto “più flessibile e capace di adattarsi alle esigenze di una società in rapido cambiamento”. Il rettore ha poi richiamato l’attenzione sulla sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale e sulla necessità di un patto con le nuove generazioni, spesso segnate da precarietà e discontinuità lavorativa: “La politica e le istituzioni devono immaginare soluzioni nuove che concilino sostenibilità e giustizia sociale.

Fava: “Guardiamo ai giovani”

Il presidente Gabriele Fava ha confermato la solidità dell’Istituto: “Abbiamo chiuso il 2024 con un saldo positivo di 15 miliardi di euro e un incremento contributivo del 5,5%“. Per il presidente, la priorità resta la crescita della base occupazionale, indispensabile per garantire nuovi contributi e consolidare il sistema.

“L’occupazione femminile è aumentata al Sud, ma servono infrastrutture e investimenti per sostenere l’imprenditoria. Le pensioni ci sono e ci saranno sempre, ma dobbiamo coinvolgere i giovani e aiutarli a costruire il loro futuro da subito”. Fava ha poi sottolineato l’importanza della formazione continua: “Serve un nuovo piano di formazione rivolto ai nuovi mestieri, con il supporto di scuole e università. I giovani sono il cuore del nostro futuro”.

Disparità territoriali e partecipazione al lavoro

Il prof. Roberto Cellini, direttore del Dipartimento di Economia e Impresa, ha proposto una riflessione sui dati del Rapporto, evidenziando la crescita dell’occupazione, ma anche le persistenti differenze geografiche.

“Ad aprile il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il 63% – ha spiegato Cellini – con 16 milioni di dipendenti permanenti, 2 milioni e mezzo a termine e oltre 5 milioni di lavoratori indipendenti». Tuttavia, ha aggiunto, «tra il Nord-Ovest e il Sud e le Isole permangono 20 punti percentuali di divario (69,1 contro 49). E resta un problema culturale: la partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto femminile, è ancora strutturalmente più bassa rispetto ad altri Paesi europei”.

Un nuovo master per formare i consulenti del futuro

La giornata si è conclusa con la presentazione del Master in “Consulenza del Lavoro”, promosso dall’Università di Catania in collaborazione con l’Inps e la Consulta regionale degli Ordini dei Consulenti del Lavoro della Sicilia. “Si tratta dell’unico master nel Centro-Sud e rappresenta un’importante opportunità formativa per chi intende intraprendere la carriera di consulente del lavoro” – ha dichiarato il coordinatore Luigi Bonaventura.

Il nuovo percorso formativo, che sarà ospitato presso il Convitto Inps “Luigi Sturzo” di Caltagirone, offrirà competenze avanzate sulla gestione dei rapporti di lavoro e sulle politiche previdenziali, contribuendo a rafforzare il dialogo tra università, istituzioni e professioni.

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