Champions e luoghi dell’innovazione: la Sicilia punta sulla rete per crescere
News - 17/10/2025
di Luisa Cassarà
Al Sud Innovation Summit 2025, il panel “Champions e luoghi dell’innovazione” è stato occasione di incontro e condivisione di idee, esperienze e buone pratiche, coinvolgendo chi l’innovazione in Sicilia la fa e la vive in prima persona.
Un panel con Innovation Island
Un confronto vivace, concreto e ricco di spuni. È quello che si è svolto ieri al Polo Universitario Papardo dell’Università di Messina, nell’ambito del Sud Innovation Summit 2025 – AI for Future, durante il panel “Champions e luoghi dell’innovazione: verso una filiera siciliana”.
Moderato da Biagio Semilia, editore di Innovation Island (media partner del SIS 2025), l’incontro ha messo al centro la necessità di costruire un ecosistema dell’innovazione capace di trattenere talenti, generare valore e rafforzare le connessioni tra startup, investitori, hub e istituzioni.
Voci e visioni di una Sicilia che innova
Il panel ha unito storie ed esperienze diverse, dando vita a nuove prospettive. Si sono confrontati: Annarita D’Urso (Managing Director di LeVillage Crédit Agricole), Manfredi Domina (CEO di Keplera e LexHero), Ugo Parodi Giusino (CEO & Founder di Magnisi Venture), Daniele Di Pasquale (Plug and Play), Sebastiano Di Stefano (Presidente e Direttore del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia), e Andrea Scarano (Elis Innovation Hub).
È stato un incontro denso di contributi e punti di vista diversi, uniti da un obiettivo comune: trasformare la frammentarietà dell’innovazione siciliana in un sistema organico e collaborativo.
Tutti i relatori hanno evidenziato come la crescita dell’isola passi da una rete solida tra università, imprese e centri di ricerca, capace di valorizzare le competenze locali e attrarre nuovi investimenti.
Alcuni highlights
“Vivere e fare impresa in Sicilia è una scelta“, ha sottolineato Ugo Parodi Giusino, mettendo in luce il potenziale e le criticità del territorio. Quindi ha sottolineato: “I capitali ci sono, ma spesso chi vuole accedere a quei capitali non è abbastanza preparato per farlo. Fare startup è un’impresa complessa e, per un founder, che il soggetto da cui ricevere fondi sia pubblico o privato, fa una grande differenza”.
Il tema dei bandi e dei finanziamenti da parte delle istituzioni è cruciale, come ha spiegato Manfredi Domina: “I bandi pubblici per un’impresa possono essere strumenti o un aiuto, non una risorsa perenne”. Proseguendo sul tema dei capitali, Annarita D’Urso ha detto: “Le istituzioni hanno il ruolo di abilitatore e possono fungere da booster. È chiaro che la finanza privata è più ‘veloce’, ma quella pubblica resta un supporto”.
Secondo Daniele Di Pasquale, “Ciò che si può generare è immissione di capitali pubblici in ecosistemi non ancora pronti. La chiave, però, è un’altra: chi ha competenze e vuole trovare spazio, lo trova”. Anche Andrea Scarano ha sottolineato l’importanza di un approccio attivo e propositivo: “Le istituzioni non devono diventare un alibi. Le risorse ci sono e non mancano fibrillazione ed energie”.
Il tema delle competenze è stato un altro dei focus del panel. Oggi, più che mai, svilupparle e metterle a sistema, è un autentico valore aggiunto. Sebastiano Di Stefano ha sottolineato come sia presente un mismatching tra risorse da distribuire e gestione di quelle risorse: “Le regioni dovrebbero avere figure molto specializzate per la gestione dei fondi”, ha detto.
Verso una filiera siciliana dell’innovazione
Nel contesto del Sud Innovation Summit, il panel “Champions e luoghi dell’innovazione” ha rappresentato un passo avanti verso la costruzione di un ecosistema regionale aperto e competitivo, capace di dialogare con il resto d’Italia e dell’Europa. Una Sicilia che non si limita a innovare, ma fa sistema, trasformando creatività, ricerca e impresa in sviluppo concreto.
Ha confermato che la sfida non è solo tecnologica, ma culturale e relazionale: serve una visione comune per rendere la Sicilia protagonista nel futuro dell’innovazione italiana.
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