Stop alle PEC notturne: la proposta dei commercialisti e la sfida per un digitale più umano

Si parla spesso di innovazione come motore di crescita, ma quando l’innovazione travolge il benessere delle persone, è il momento di fermarsi e ripensare le regole. È il caso delle PEC inviate a orari impossibili, un sintomo di un digitale che ha perso il senso del limite.

Il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Palermo ha lanciato un’interessante proposta: vietare l’invio automatizzato delle PEC da parte della Pubblica Amministrazione fuori dall’orario lavorativo, bloccando le notifiche dalle 19:00 alle 9:00 nei giorni feriali e per tutta la durata di festivi e prefestivi.

Non si tratta di rallentare la macchina amministrativa, ma di ristabilire un confine tra lavoro e vita privata. La questione è emersa a seguito di una segnalazione, inviata da un professionista esasperato dal ricevere notifiche ufficiali anche in orari notturni o durante i giorni festivi: “I clienti, spesso allarmati, mi scrivono immediatamente inoltrando alla mia PEC quanto ricevuto o mi contattano telefonicamente, generando uno stato di urgenza e tensione continuo”.

Un’esperienza che non è isolata. Di fatto, oggi, complice la sincronizzazione degli smartphone, ogni PEC può trasformarsi in un’emergenza, anche a mezzanotte. Il risultato? Professionisti reperibili 24/7, sempre più esposti a stress e tensione.

Iperconnessione, burnout e diritto alla disconnessione

La digitalizzazione ha reso il lavoro più fluido e flessibile, ma ha anche cancellato il diritto a “staccare”. Dopo la pandemia, lo smart working ha accentuato questa tendenza: il lavoro è ovunque e sempre.

Le conseguenze si vedono: tecnostress, burnout, alienazione, perdita di equilibrio tra tempi personali e professionali. Da qui nasce il concetto di diritto alla disconnessione, ovvero il diritto di non dover rispondere a email o messaggi di lavoro fuori dall’orario previsto.

Il Parlamento Europeo ha riconosciuto ufficialmente l’importanza di questo tema con la Risoluzione n. 2019/2181(INL) del 21 gennaio 2021. Nel testo, si legge: “Il diritto alla disconnessione è un diritto fondamentale che costituisce parte inseparabile dei nuovi modelli di lavoro della nuova era digitale”.

La risoluzione invita gli Stati membri a introdurre normative nazionali per garantire questo diritto in modo armonizzato, sottolineando come l’iperconnessione stia mettendo a rischio salute, benessere e dignità dei lavoratori.

Nel nostro Paese il primo passo è arrivato con la Legge n. 81/2017 sul lavoro agile. Un riconoscimento più esplicito del diritto alla disconnessione è poi arrivato con il DL 30/2021, convertito nella Legge n. 61/2021. C’è però un limite evidente: la tutela è circoscritta al lavoro agile, escludendo molti altri lavoratori digitali, compresi liberi professionisti e partite IVA.

Il DDL 1290 prova ad allargare lo spettro di applicazione, ma resta ancora insufficiente per chi, come i commercialisti, vive ogni giorno la pressione di una reperibilità costante e non tutelata.

Ritrovare l’equilibrio tra digitale e vita reale

Il caso delle PEC notturne rappresenta solo la punta dell’iceberg. Il vero nodo è culturale: governare la tecnologia senza esserne schiavi. L’innovazione deve restare uno strumento al servizio dell’uomo, non trasformarsi in un sistema che impone reperibilità continua e cancella i confini tra lavoro e vita privata.

Lo ricorda anche il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Palermo: “L’innovazione digitale, senza etica e senza limiti, rischia di trasformarsi in una nuova forma di oppressione“.

Il futuro del lavoro non può essere fatto di connessioni ininterrotte. Tutelare il tempo di riposo è una questione di salute, dignità e sostenibilità. Riconoscere il valore del silenzio digitale, la possibilità di non rispondere, di staccare, di non esserci, è una condizione fondamentale per un equilibrio reale tra produttività e benessere.

E se serviva una PEC per accendere il dibattito, ben venga, purché arrivi in orario d’ufficio.

Questo contenuto è stato scritto da un utente della Community.  Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.