Startup italiane: crescita, produttività e la sfida siciliana
News - 07/11/2025
di Gabriele Amadore
Secondo il rapporto del Centro Studi Assolombarda le startup italiane hanno creato oltre 68 mila posti di lavoro dal 2012, contribuendo a rafforzare produttività e competitività del sistema economico. La crescita si è sviluppata attorno a digitale, manifattura innovativa e ricerca applicata, con risultati più solidi nei territori dove università, imprese e investitori collaborano in modo continuativo. La leadership resta concentrata al Nord, in particolare in Lombardia, dove un ecosistema maturo e interconnesso attrae capitale e talento.
In questo quadro, la Sicilia si muove lungo una traiettoria evolutiva. L’Isola punta sul rafforzamento dell’ecosistema dell’innovazione attraverso ricerca universitaria, incubatori, competenze digitali e tecnologie applicate a energia, agritech, biotech e filiere produttive locali. Esiste una base culturale e professionale che affonda le radici nell’esperienza dell’Etna Valley e in una generazione di tecnici e ricercatori con percorsi internazionali
L’impatto occupazionale e il valore economico
Il rapporto del Centro Studi Assolombarda fotografa l’evoluzione dell’ecosistema delle startup innovative: tra realtà attualmente iscritte ed ex-startup che vi hanno transitato, dal 2012 al 2024 sono stati creati 68.526 posti di lavoro. La crescita prosegue, seppure con un ritmo più contenuto rispetto agli anni di maggiore accelerazione (+4% nell’ultimo anno). La maggior parte delle imprese rimane di dimensione ridotta (meno di dieci addetti), ma una quota concentrata di aziende capaci di scalare genera la parte più consistente dell’impatto occupazionale, soprattutto nei servizi digitali e nella manifattura high-tech.
L’ecosistema produce oggi 14,5 miliardi di euro di fatturato e 3,7 miliardi di valore aggiunto. Cresce in modo significativo la produttività media, che raggiunge 52,7 mila euro per addetto. A guidare questa dinamica sono anche le “Gazzelle”, 75 imprese under-5 con tre anni consecutivi di crescita sostenuta: insieme generano quasi 5 mila posti di lavoro e mostrano modelli di sviluppo fondati su innovazione, apertura ai mercati esteri e capitale qualificato
La frontiera dell’innovazione nel Sud
Nella Sicilia, l’innovazione si muove lungo un percorso in evoluzione. I poli più vivaci si concentrano tra Palermo, Catania e Messina, dove università, incubatori e laboratori di ricerca alimentano competenze in digitale, agrifood tech, biotech ed energia. Qui si sta formando un tessuto che unisce imprese giovani, ricercatori e professionisti rientrati dopo esperienze in centri innovativi nazionali ed esteri. La presenza di laboratori universitari e la tradizione dell’Etna Valley rappresentano ancora oggi un riferimento, non solo simbolico: un’eredità di saperi tecnici, relazioni industriali e una certa abitudine a lavorare su progetti ad alta intensità tecnologica.
L’innovazione si consolida soprattutto dove esistono condizioni abilitanti, e qui si misura la sfida siciliana. Non è un problema di mancanza di idee: l’Isola genera competenze e progetti di valore, ma la crescita si scontra spesso con accesso limitato a capitale di sviluppo, iter amministrativi lenti, infrastrutture materiali e digitali disomogenee e una filiera industriale che non sempre riesce ad accompagnare la fase in cui una startup passa da prototipo a impresa che scala. La regione ha davanti una possibilità concreta: trasformare competenze diffuse in crescita strutturale, facendo lavorare insieme accademia, imprese, investitori locali e filiere produttive.