Biodiversity Gateway, nasce a Palermo il principale polo italiano per la biodiversità
News - 12/12/2025
di Gabriele Amadore
L’Università di Palermo ha inaugurato il Biodiversity Gateway, il principale polo italiano del Centro nazionale della biodiversità (NBFC). La struttura nasce all’interno di un programma PNRR da 320 milioni di euro, sostenuto da oltre duemila ricercatori e promosso da UniPa insieme al CNR, con l’obiettivo di riportare al centro dell’agenda nazionale la tutela degli ecosistemi, lo sviluppo sostenibile e una maggiore consapevolezza ambientale.
L’inaugurazione del Gateway rientra nel Festival della biodiversità, che nelle ultime settimane ha trasformato Palermo in un museo diffuso, con visite, esperienze e passeggiate nei luoghi simbolo della biodiversità. Il programma prosegue con un giardino temporaneo in piazza Castelnuovo, degustazioni guidate di cibo biodiverso e attività per scuole e famiglie.
Il Biodiversity Gateway come luogo di ricerca e innovazione
Il Biodiversity Gateway di via Archirafi punta a diventare un riferimento su più fronti. Sul piano scientifico e didattico offrirà nuove opportunità di formazione avanzata per dottorandi e giovani ricercatori, mentre sul versante sociale e culturale mira a rafforzare la consapevolezza pubblica su ecosistemi e sostenibilità, coinvolgendo cittadini, studenti e insegnanti. Il progetto ha anche una dimensione economica e imprenditoriale, con la nascita di startup e iniziative legate alla biodiversità e alla tecnologia sostenibile. Dal punto di vista territoriale e turistico, punta ad aumentare l’attrattività della città attraverso eventi, percorsi immersivi e attività che raccontano il rapporto tra natura, scienza e comunità.
La scommessa si basa su dati che mostrano la portata della sfida: la biodiversità e i servizi ecosistemici generano ogni anno un valore compreso tra 110 e 160 trilioni di euro, mentre la loro perdita provoca danni stimati tra 3,5 e 18 trilioni a livello globale. In Italia oltre 160 specie sono ad alto rischio di estinzione e il 19,6% degli ecosistemi è in stato sfavorevole, con un impatto economico di circa tre miliardi di euro l’anno. In questo contesto, il nuovo polo di Palermo si configura come uno strumento operativo per affrontare una crisi che incide su ambiente, economia e qualità della vita, e per tradurre la ricerca in azioni concrete a beneficio del territorio.
Le strategie dietro il progetto
All’inaugurazione del Biodiversity Gateway erano presenti il rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri, il presidente del Centro nazionale della biodiversità Luigi Fiorentino, il sindaco Roberto Lagalla, il presidente del CNRAndrea Lenzi, il consigliere del ministro della Ricerca Fabio Fava, insieme a rappresentanti della Commissione europea, del mondo accademico e dell’innovazione. Una platea che restituisce la natura del progetto: un luogo che mette in rete ateneo, istituzioni, ricerca e startup.
Il Rettore Midiri ha definito il Gateway “un punto di riferimento nazionale e mediterraneo capace di generare conoscenza, innovazione e trasferimento tecnologico”, ribadendo il ruolo dell’università come ponte tra comunità scientifica, territorio e imprese. Il sindaco Lagalla ha sottolineato come il progetto del centro si leghi alla trasformazione urbana di via Archirafi, destinata a diventare “un campus urbano” integrato con l’Orto Botanico e gli istituti scientifici dell’area. Il Comune ridisegna la strada per renderla più accessibile e coerente con la nuova funzione della zona.
Palermo laboratorio diffuso di biodiversità
Il Biodiversity Gateway si inserisce in un intervento più ampio che riguarda spazi, funzioni e immaginario della città. I lavori di ristrutturazione dell’edificio, parte di un complesso di tre palazzine dell’ex Consorzio agrario, sono durati circa tre anni e hanno richiesto 7,5 milioni di euro tra fondi di Ateneo e regionali.
l progetto punta a un trasferimento stabile dei risultati scientifici verso il settore produttivo, in linea con la mission del Centro di trasferimento tecnologico di UniPa. In questo quadro sono coinvolti incubatori e acceleratori come Deloitte, Bio4 dreams, Birex, Materias. È già in corso un programma pilota sviluppato da Venisia e dall’Ateneo per selezionare idee, startup e progetti imprenditoriali di giovani ricercatori sulla biodiversità.