Fondazione Marea, una rivoluzione e 500 pionieri: al debutto le prime 13 idee d’impresa sociale

Dalla diaspora siciliana nasce una rete di 500 pionieri. Competenze, risorse e visioni condivise danno forma a tredici progetti di impresa sociale pronti a debuttare in tutta la Sicilia, dalla scuola all’agricoltura, dal turismo responsabile alla democrazia partecipata.

La rivoluzione di Fondazione Marea

Cinque­cento professionisti sparsi nel mondo, uniti da un legame profondo con la Sicilia, hanno risposto alla chiamata di Fondazione Marea. Ne è nata Onda, un programma di pre-incubazione per l’innovazione sociale che ha selezionato 13 progetti su oltre 170 candidature. Idee trasformate in iniziative concrete, accompagnate per tre mesi da mentoring, competenze e risorse. Oggi quelle idee sono pronte a diventare imprese sociali, attive in ogni angolo dell’Isola.

Il 19 dicembre a Palermo la giornata per raccontare esperienze, presentarsi e lavorare insieme, con due momenti: il primo da Magnisi Studio, il secondo all’Ecomuseo Mare Memoria Viva.

Una comunità globale che sceglie la Sicilia

Hanno risposto da Hong Kong a San Francisco, da Melbourne a New York, passando per l’Europa e l’Italia. Sono siciliani partiti, tornati o rimasti. Altri sono “siciliani di cuore”. In totale, 500 pionieri che hanno donato denaro ma soprattutto tempo e competenze. «Noi siciliani siamo un popolo di migranti – dice Antonio Perdichizzi, presidente di Fondazione Marea – ma oggi questo stato diventa la nostra ricchezza. Il nostro intento è trasformare la diaspora siciliana in comunità, aggregando risorse filantropiche e volontariato di competenze per creare opportunità in Sicilia».

Chi sono i pionieri

Il più giovane ha 22 anni, il più anziano 88. Il 75 per cento uomini, il 25 per cento donne. Vivono fuori dall’Isola, sono rimasti o sono tornati. Alcuni abitano più città, altri non hanno origini siciliane ma hanno scelto l’Isola come luogo di vita. Avvocati, imprenditori, docenti, comunicatori, manager. Insieme hanno già donato 1.500 ore di volontariato di competenze, destinate a crescere nei prossimi mesi.

Non un bando, ma una mappa viva della Sicilia

Dalla provincia di Agrigento ai Monti Peloritani, dai borghi iblei alle periferie di Palermo, Onda disegna una geografia inedita della Sicilia contemporanea. Non un elenco di buone pratiche, ma un racconto corale che mette in discussione modelli consolidati: scuola, turismo, rapporto con le istituzioni, abitare i territori fragili. Qui non si “ripara” il presente. Lo si ripensa, contando su una rete di professionisti e mentor.

Il programma Onda e il sostegno economico

Fondazione Marea accompagna i progetti lungo un percorso strutturato di pre-incubazione, offrendo mentoring e competenze mirate. Grazie alle donazioni dei pionieri e al supporto di Fondazione Peppino Vismara, Fondazione EOS e Fondazione Snam, i progetti migliori riceveranno un sostegno economico e saranno accompagnati per tre anni nella loro crescita come nuove imprese sociali.

I tredici progetti che raccontano un’altra Sicilia

Sono tredici storie, diverse ma unite da una stessa traiettoria: fare della Sicilia un laboratorio di futuro.

  • Orto di Pino, a Vittoria, intreccia agricoltura sociale e inclusione, usando la terra come spazio di cura e lavoro per persone con disabilità mentale.
  • Fuori Centro, a Palermo, ribalta la narrazione delle periferie urbane, restituendo voce e dignità a quartieri raccontati solo attraverso l’emergenza.
  • Maqaluba, a Delia, trasforma una ferita geologica e sociale in un laboratorio di formazione femminile, arti performative e permacultura.
  • Nexo Sicilia, ad Agrigento, crea ponti formativi e professionali tra giovani siciliani ed europei, con una visione esplicitamente internazionale.
  • Zagara, a Catania, costruisce percorsi di formazione politica femminista e inclusiva, dando spazio a soggettività spesso escluse dal dibattito pubblico.
  • AbiXama Rural Hub, a Buscemi, dimostra che le aree interne possono diventare centri di innovazione e non cartoline nostalgiche.
  • Agorà, a Palermo, accompagna comunità e Pubbliche Amministrazioni nei processi di democrazia partecipata, con un focus sulle aree interne.
  • Scuola Dinamica, a Custonaci, ripensa la scuola primaria, unendo natura, comunità e apprendimento fuori dalle aule tradizionali.
  • Spora, a Santa Teresa di Riva, lavora sui Monti Peloritani intrecciando ambiente, turismo lento, comunità e nuove economie.
  • Unna, a Piazza Armerina, affronta il tema dell’overtourism con una piattaforma di turismo etico che tutela territori e operatori locali.
  • Inclusiva, a Regalbuto, porta competenze digitali nei comuni rurali, riducendo il divario tecnologico e creando opportunità di lavoro.
  • IN+, a Palermo, crea spazi inclusivi per giovani adulti con disabilità, dove natura, autonomia e relazioni diventano strumenti di crescita.
  • La Casa delle Lavoratrici, a Montedoro, offre accoglienza abitativa e lavoro a famiglie vulnerabili, affrontando in modo integrato il tema della fragilità sociale.

Radici locali, visione globale

Ogni progetto nasce in un territorio preciso. Campagne, borghi, periferie, montagne. Producono servizi, competenze, reti e spazi rigenerati. Sono un investimento sul presente, ma soprattutto sul futuro di chi in Sicilia sceglie di restare o tornare.

Questo contenuto è stato scritto da un utente della Community.  Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.