L’Europa ancora indietro nell’IA: il ruolo strategico dell’integrazione verticale

L’Europa si trova oggi di fronte a una rivoluzione digitale senza precedenti, guidata dall’intelligenza artificiale. L’IA rappresenta una grande opportunità per colmare le carenze in innovazione e produttività e ripristinare il potenziale produttivo europeo.

Mentre a livello globale i grandi attori dell’intelligenza artificiale sono prevalentemente americani con grandi colossi come Microsoft, Google, Apple, Amazon e Meta o cinesi con aziende come Baidu, Alibaba, Tencent e Huawei, secondo il recente “Rapporto Draghil’Europa è in ritardo nell’adozione di tecnologie digitali e intelligenza artificiale.

La frammentazione del mercato europeo, unita a una diversità linguistica che, seppur attenuata, rappresenta ancora un ostacolo, rende più complesso lo sviluppo di un ecosistema IA coordinato a livello continentale.

La Francia ha fatto passi avanti, ma più per rafforzare la propria posizione individuale che per promuovere una politica europea unitaria.

Inoltre, l’Europa deve affrontare sfide normative significative: i modelli linguistici americani si basano su enormi quantità di dati, mentre il GDPR e il Data Act limitano tali pratiche in Europa.

“Con questa legislazione che ci siamo dati, ci stiamo autodistruggendo, stiamo uccidendo le nostre aziende” – ha dichiarato Draghi.

Dal rapporto Draghi, ad esempio, emerge che ad oggi l’Ue conta circa 100 leggi sul tech e oltre 270 autorità di regolamentazione attive nelle reti digitali in tutti gli Stati membri.

L’integrazione verticale IA nei settori industriali

Nonostante nel 2024 siano cresciuti gli investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale generativa (1,9 miliardi di euro in startup AI, con una crescita del 18,7% rispetto al 2023), l’Europa resta indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, che hanno dato vita a un ecosistema autosufficiente supportato da grandi attori come Microsoft, che ha investito 13 miliardi di dollari in OpenAI, e Amazon, che ha supportato Anthropic.

A differenza di questi due Paesi che si concentrano su grandi progetti di intelligenza artificiale generale, l’Europa potrebbe seguire una strada diversa, puntando sulle applicazioni di settore, l’industria e la tutela dei dati.

Il rapporto propone diverse soluzioni per potenziare il settore tecnologico, facilitare l’accesso ai capitali e creare un mercato unico più competitivo e integrato e invita a rafforzare la sua capacità di calcolo e a sviluppare un piano ambizioso per l’integrazione verticale dell’IA nei settori industriali strategici.

L’Europa può, infatti, trovare un vantaggio competitivo concentrandosi sulle applicazioni verticali dell’IA in settori strategici. L’intelligenza artificiale potrebbe essere integrata nei prodotti esistenti, come automobili e robot, migliorandone le capacità predittive e operative.

Come si legge nel rapporto Draghi “con il mondo che si trova sull’orlo di una rivoluzione AI, l’Europa non può permettersi di rimanere bloccata nelle “tecnologie e industrie di mezzo” del secolo precedente. Dobbiamo sbloccare il nostro potenziale innovativo. Questo sarà fondamentale non solo per essere leader nelle nuove tecnologie, ma anche per integrare l’AI nelle nostre industrie esistenti, in modo che possano rimanere all’avanguardia”.

Questo approccio più concreto potrebbe diventare una vera risorsa per l’Europa, che potrebbe sfruttare le sue eccellenze industriali per creare un ecosistema IA in base alle proprie necessità.

Che cos’è l’integrazione verticale IA

L’integrazione verticale dell’intelligenza artificiale nei settori industriali consiste nell’adozione dell’IA lungo l’intera catena del valore all’interno di un’industria.

Questo significa che l’IA non viene utilizzata solo in una fase specifica del processo produttivo, come ad esempio nell’automazione o nell’analisi dei dati, ma in ogni singolo passaggio: dalla progettazione dei prodotti, alla produzione, fino alla distribuzione e alla gestione post-vendita. In questo modo, le tecnologie basate sull’IA vengono integrate in modo profondo e continuo, migliorando l’efficienza, l’innovazione e la capacità di rispondere ai cambiamenti di mercato.

L’integrazione verticale dell’IA permette di ottimizzare i processi produttivi, ridurre i costi e aumentare la competitività. Ad esempio, attraverso l’uso di algoritmi predittivi, le aziende possono anticipare guasti nelle macchine, gestire al meglio le catene di approvvigionamento o adattare la produzione in tempo reale in base alla domanda. Inoltre, l’IA consente di personalizzare i prodotti e i servizi per i clienti, migliorando l’esperienza utente e aumentando il valore percepito.

Tuttavia, un’integrazione verticale efficace richiede una stretta collaborazione tra i vari attori del settore, come produttori, fornitori e clienti, e l’implementazione di soluzioni tecnologiche che siano scalabili e flessibili.

Per stare al passo con i suoi concorrenti globali, l’Europa dovrà superare le sfide normative e investire in infrastrutture digitali, competenze tecniche, che facilitino questo processo di trasformazione digitale a tutti i livelli. Solo così potrà creare un ecosistema tecnologico competitivo e in grado di sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale, mantenendo la sua posizione nel mercato globale.

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