ITW 2024: innovazione, la Sicilia può e vuole essere il “place to be”

La Sicilia, un’isola ricca di storia, tradizione e cultura, è ora pronta a diventare un hub di innovazione e progresso tecnologico. Una volontà che emerge sempre di più e in modo sempre più concreto, anche attraverso le parole di chi si confronta in prima persona con un nuovo paradigma di innovazione. Una sfida non semplice, ma che può essere affrontata, a patto che si possa fare rete e creare un ecosistema condiviso.

Questi ed altri temi sono emersi in occasione del panel “Next Sicily“, nell’ambito dell’Italian Tech Week di Torino: una conversazione dinamica che ha riunito protagonisti di vari settori per approfondire il futuro dell’innovazione. Un futuro che è già più vicino di quanto non si possa immaginare. A dimostrazione della volontà dell’isola di emergere, ci sono tanti appuntamenti dedicati all’innovazione in programma nelle prossime settimane, a cominciare dal Sud Innovation Summit di Messina, il 3 e 4 ottobre.

Dal palco di Torino, Davide Pisasale, founder di Aitho e uno degli organizzatori del panel, ha sottolineato come lo sviluppo di un ecosistema solido di startup sia fondamentale per lo sviluppo della regione e come il capitale possa alimentare l’evoluzione.

Il paragone più frequente è con la Silicon Valley, un ecosistema che si autoalimenta e che non include soltanto i big players. Pisasale ha ricordato l’importanza di formazione ed educazione per favorire la cultura dell’imprenditorialità, in un’ottica di lungo termine, e della creazione di piani di incentivo per chi vuole tornare o spostare la propria residenza in Sicilia.

Il founder di Aitho ha concluso: “È un nuovo, grande passo, bisogna lavorare in interconnessione, condividere le conoscenze e tutto ciò che è possibile. In questo modo potremmo crescere come ecosistema. Non c’è una buona proposition senza un buon team. Questo è un ottimo momento per la Sicilia per iniziare a crescere come ecosistema”.

Sul palco anche Paola Brafa, CEO e co-founder di Space2earth, una startup che si occupa di mappatura di spazi grazie ai dati dei satelliti. Rispondendo alle domande di Rosario Faraci, professore dell’Università di Catania (Dipartimento di Economia e Impresa), ha detto: “Ho scelto la Sicilia perché volevo essere un propulsore di crescita per la space industry in questa regione. Farlo nella mia terra, era un modo per far capire a tutti, in Italia e in Europa quali opportunità ci sono. La Sicilia ha bisogno di innovazione, di cambiamento. Il mio sogno è costruire una grande impresa, dove possa condividere la mia stessa passione con gli altri, in particolare i siciliani che hanno dovuto lasciare la loro terra”.

Roberto Ruggeri, fondatore del Sud Innovation Summit, nel suo intervento ha posto l’accento sull’importanza di immettere energie e capitali, per offrire un buon prodotto sin dall’inizio. Sottolineando l’importanza del networking, ha anche ricordato che molti nomadi digitali scelgono la Sicilia, perché le priorità degli startupper sono cambiate: “Un luogo con una buona qualità della vita attrae i talenti, è un buon potenziale per tutto l’ecosistema“, ha detto, “penso che la Sicilia possa essere il ”place to be””.

“Questa settimana ci sarà il Sud Innovation Summit che si propone di creare passo-passo un ecosistema. Durante il Summit cercheremo di capire come alimentare questo ecosistema, lo faremo insieme a banche istituzioni, imprenditori, banche e accademici: copriremo tutti i background degli stakeholder”, ha concluso.

Una proposta che è emersa in maniera condivisa è avviare un dialogo tra le istituzioni e gli attori imprenditoriali del territorio. Ugo Parodi Giusino, founder di Magnisi Venture, ha raccontato la sua esperienza, a partire da Mosaicoon, focalizzandosi su due necessità: indirizzare i capitali e puntare su una specializzazione. Oltre al capitale, un altro elemento fondamentale è la verticalità: “Per la Sicilia bisogna trovare un modo verticale unico per poter investire e concentrarsi su questo per almeno 10 anni. È il modo per attirare nuove realtà e nuovi imprenditori“.