Arpa Sicilia, l’innovazione al servizio dell’Ambiente e della salute dei cittadini

Braccio operativo dell’amministrazione regionale, dal 2001 Arpa Sicilia opera per la conoscenza, il controllo e la tutela dell’ambiente. L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente siciliana opera in un sistema nazionale di rete, composto dall’Ispra e dalle altre 21 Agenzie Regionali.

“Tutto quello che comincia con la A di ambiente passa dai nostri uffici, dai controlli sulle attività delle aziende sul territorio, alle reti di monitoraggio: ne esiste una per ogni matrice. Pensate che soltanto per il controllo della qualità dell’aria ci sono 60 cabine di rilevamento disseminate su tutto il territorio siciliano. Queste reti di monitoraggio ci restituiscono i dati e le informazioni necessari per conoscere quel che sta accadendo”: con queste parole, Vincenzo Infantino – Direttore Arpa – indica a grandi linee la mission dell’agenzia regionale.

Arpa, la sfida dell’innovazione

Adesso l’Arpa si trova ad affrontare la sfida dell’innovazione. Perché investire in ricerca e innovazione significa investire nel futuro. Ignazio Cammalleri, responsabile di ricerca e innovazione per l’agenzia regionale, ci spiega quale direzione sta prendendo Arpa rispetto alle novazioni del digitale. “Arpa Sicilia sta puntando su progetti legati all’innovazione. Lo stiamo facendo soprattutto rispetto alle materie ambiente e salute. Ci siamo resi conto di una cosa: molte patologie derivano da fattori inquinanti. Così abbiamo capito di dover unire il mondo ambiente e quello della salute. Così il nostro progetto di base è fare interloquire questi due mondi, creando le premesse per una medicina predittiva. Per fare questo, ovviamente siamo in contatto con parecchi centri universitari”.

La difesa dell’ambiente viene declinata, quindi con i temi della salute, un asset fondamentale di quella nuova disciplina che si chiama scienza della vita.

“Il dato ambientale deve andare a interloquire con il dato della salute, spiega Cammalleri, ed uno dei principali problemi da affrontare è il modo in cui vengono acquisiti i dati. Una cartella di anamnesi è fatta in maniera diversa da Palermo a Milano e a Roma, mentre il nostro dato è un dato classificato, fatto secondo i dettami della Comunità europea.  In questa prima fase quindi, stiamo cercando di far collimare la raccolta dei dati tra ambito della salute e ambito ambientale”.

Un monitoraggio costante per la tutela della salute

Un esempio pratico? “Pensiamo a un evento straordinario – spiega Cammalleri – come è stato l’incendio di Bellolampo. La nostra metodologia di campionamento dei dati ci consente di capire innanzitutto quali sono le sostanze che vengono sprigionate da quell’ incendio. Contemporaneamente, ci aiuta a capire, quale sia il target degli utenti a rischio, chi abita in quelle zone e magari ha problemi asmatici o polmonari. Quindi stiamo avviando un percorso di innovazione che ha una funzione proattiva e crea un matching tra dati differenti. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita”.