Quando vedremo le auto senza conducente sulle nostre strade? Una delle sfide chiave è rendere questa tecnologia funzionante su scala globale. “E’ difficile da predire ma di sicuro entro il 2025 le macchine semi automatizzate saranno diffuse in maniera massiccia”. E’ la previsione di Marco Pavone, professore associato di aeronautica e astronautica presso l’Università di Stanford, dove dirige l’Autonomous Systems Laboratory e il Center for Automotive Research di Stanford. Pavone è anche a capo di uno staff di ricercatori di Nvidia, una delle principali company a studiare e progettare il futuro dei veicoli autonomi.
“La macchina senza conducente è ancora al di là da venire, anche se esistono dei sistemi di taxi con auto senza conducente che permettono agli utenti di essere scarrozzati in giro per la città. Ma sono ancora flottiglie abbastanza abbastanza piccole ed a livello sperimentale. Quindi, la domanda è quando vedremo auto senza conducente sulle nostre strade su vasta scala è molto difficile da predire. Probabilmente ci vorranno ancora molti anni. Detto questo, c’è un’altra direzione per le auto senza conducente. Ed è quella dei veicoli semi automatizzati, come ad esempio l‘autopilota dei veicoli Tesla“.
Quel tipo di tecnologia, secondo Pavone, prenderà campo nel giro di pochi mesi. ” Quel tipo di automatizzazione in cui l’auto fa quasi tutto ma la persona continua a dover supervisionare sostanzialmente gli strumenti secondo me sarà pervasiva e molto diffusa a partire dal 2025. Penso che una buona parte delle macchine, incluse quelle del segmento consumer e non solamente le auto di lusso, avranno una introduzione massiccia di tecnologie mirate alla automatizzazione di quasi tutte le funzioni di un veicolo”, spiega il ricercatore di Stanford.
In una recente intervista al Magazine Billionarie, Pavone aveva spiegato che l’evoluzione il settore automotive è di fronte a una rivoluzione epocale, una situazione simile a quando i fratelli Wright inventarono l’aeroplano. “A San Francisco, per esempio, le auto senza conducente funzionano piuttosto bene, ma estendere il loro funzionamento ad altre aree geografiche, con situazioni meteorologiche e modi di guidare potenzialmente molto diversi, richiede ancora sostanziali investimenti in ricerca e sviluppo. Insomma, per operare una analogia con il mondo aeronautico, possiamo dire di essere nella fase dei fratelli Wright, all’alba della possibilità di volare su un aeroplano, ma da questo punto in poi lo sviluppo sarà sicuramente rapido”.
“L’idea dell’automobile senza conducente non è certo nuova, ma è solo negli ultimi 20 anni che la tecnologia vera e propria si è sviluppata, con un impulso decisivo a metà degli anni 2000, come conseguenza delle competizioni sponsorizzate dall’agenzia americana DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), la stessa che ha dato impulso a molte altre tecnologie di uso quotidiano, tra cui Internet”»” conclude Pavone.