Tipo segnalazione: Idea
L’impianto del chip cerebrale Telepathy di Neuralink nel paziente tetraplegico Noland Arbaugh ha riscontrato alcuni problemi, dimostrando che anche nella scienza ci sono ostacoli da superare. Arbaugh ha ammesso di aver pianto quando ha scoperto che il dispositivo non funzionava più correttamente, ma ha poi capito che il progresso non si ferma con lui. Ha realizzato che tutto ciò che ha fatto fino a quel momento avvantaggerà coloro che verranno dopo di lui. Gli esperimenti con il chip Telepathy non si fermano al primo intoppo. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, è previsto che un secondo paziente riceva l’impianto entro giugno, e l’obiettivo di Elon Musk è arrivare entro la fine dell’anno a dieci impianti Telepathy nel cervello di altrettanti volontari.
Inizialmente, c’erano più di mille candidati per l’esperimento, e molti continuano a rispondere agli appelli di Musk. Nessuno si è scoraggiato dai problemi riscontrati nel primo esperimento, compreso Arbaugh, che non si è fatto abbattere dal malfunzionamento dell’impianto. Dopo solo un mese dall’intervento, Arbaugh ha notato una riduzione delle prestazioni del dispositivo. Il cursore che poteva comandare con la forza del pensiero ha cominciato a perdere velocità e precisione. Solo il 15% dei fili impiantati funzionava correttamente. Questo è stato un duro colpo per Arbaugh, che ha visto la sua autonomia scomparire subito dopo averla riacquistata.
Il problema era legato al movimento del cervello all’interno del cranio. I movimenti intracranici di Arbaugh erano tre volte superiori a quanto previsto dai ricercatori. Questo comportamento era già stato osservato negli esperimenti sugli animali prima di passare agli esseri umani. I medici che seguono il caso di Arbaugh hanno sconsigliato di riaprire il cranio. Gli scienziati di Neuralink hanno quindi dovuto intervenire senza spingere nuovamente i fili nel cervello di Arbaugh. È stato sufficiente aumentare la sensibilità degli elettrodi presenti sui fili ancora integri per ripristinare il corretto funzionamento dell’impianto. Nel caso del prossimo paziente, invece, si interverrà direttamente alla radice, portando i 1024 elettrodi a quasi un centimetro di profondità nel cervello, nella speranza che ciò sia sufficiente per mantenere i 64 fili al loro posto.
Insomma, nonostante i problemi riscontrati nel primo esperimento con il chip cerebrale Telepathy di Neuralink, il progresso nel campo degli impianti neurali non si ferma. Neuralink sta pianificando un secondo intervento su un paziente entro giugno e mira a impiantare dieci Telepathy entro la fine del 2024. I candidati per gli esperimenti non si sono scoraggiati dai problemi riscontrati e continuano a rispondere agli appelli di Elon Musk. Nonostante il malfunzionamento dell’impianto nel caso di Noland Arbaugh, gli scienziati di Neuralink stanno lavorando per migliorare la tecnologia e affrontare le sfide che si presentano.
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