La mobilità dolce – ovvero tutte le forme di mobilità non auto/motociclistiche – è strettamente legata anche al settore del cicloturismo.
Nella sola Europa, leggendo i dati dell’Osservatorio Bikeconomy, il cicloturismo muove ogni anno oltre 50 miliardi di euro, di cui quasi un decimo (4,6 miliardi secondo l’analisi Banca Ifis) in Italia.
L’indotto turistico delle due ruote passa anche attraverso la valorizzazione dei territori e lo sviluppo di forme di turismo lento ed esperienziale, diventando un’opportunità di rilancio, un abilitatore per usare un concetto chiave del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per diverse economie territoriali del Belpaese, che offrono ai cicloturisti vacanze memorabili tra splendidi panorami e uno sconfinato patrimonio culturale.
Basti pensare al fatto che il 54% dei turisti enogastronomici gradisce l’opportunità di prendere parte ad un itinerario in bicicletta o e-bike.
E in questo contesto la Sicilia è ancora indietro: basti osservare l’immagine che pubblichiamo per rendersi conto di quanto lavoro ci sia ancora da fare. Praticamente l’anello delle ciclovie nell’isola non è chiuso e manca completamente la rete di ciclovie che porta nella Sicilia interna che pure ha grandi potenzialità turistiche.