IA e autonomia delle macchine, Perconti: “Bisogna cogliere i vantaggi di stili diversi di intelligenza”

Quando accetteremo che le macchine non devono essere uguali a noi, allora sapremo cogliere i vantaggi di stili diversi di intelligenza“. È in queste parole di Pietro Perconti che troviamo la chiave di lettura dell’appuntamento di Connessioni Digitali che si è tenuto oggi a Palermo, presso la sede di Sicindustria.

Perconti, professore ordinario di Filosofia della Mente all’Università di Messina, ha approfondito insieme all’economista Sebastiano Bavetta i temi dell’autonomia delle macchine e dell’etica, in relazione all’intelligenza artificiale. Ancora una volta, Connessioni Digitali ha dato a vita un dialogo aperto e appassionante, analizzando con profondità e chiarezza i temi dell’innovazione e del digitale che impattano quotidianamente sulla vita di tutti noi.

La conversazione è partita da una riflessione sul concetto di comprensione: cosa significa comprendere e quante interpretazioni esistono di questo verbo? Da qui, il ragionamento è andato avanti, concentrandosi sull’autonomia e sulla capacità delle macchine di fornire giustificazioni in merito alle loro risposte, proprio come fanno agli esseri umani. Gli studi, ha spiegato Perconti, dimostrano che le macchine sono molto abili a fornire giustificazioni sui loro ragionamenti, incaponendosi anche di fronte ad affermazioni contrarie al “senso comune“.

Il professor Perconti – che si è definito un “tecnottimista, ma con interesse verso i temi della coscienza” – ha fotografato lo stato dell’arte, ma ha anche aperto la strada a nuovi scenari orientati al futuro, mettendo in luce il ruolo dell’innovazione.

Non è mancata una riflessioni sul ruolo dei sex robot, un argomento da cui sono partite considerazioni molto interessanti: gli studi, infatti, hanno mostrato che ad avere successo sono gli agenti conversazionali, più che quei dispositivi che offrono un approccio di tipo sessuale. Questo dimostra una tendenza a ricercare una “cura” per la solitudine, più che una soddisfazione fisica.

La conversazione sulle macchine intelligenti, in ultimo, non poteva prescindere da riflessioni legate al mondo del lavoro e all’impiego dell’intelligenza artificiale. Ed è stato proprio a questo punto che è emersa la fondamentale considerazione sugli stili di intelligenza differenti da cui bisogna trarre un vantaggio, partendo dalla consapevolezza che le macchine non devono essere uguali a noi o necessariamente sempre assertive. Sta lì la vera svolta, a partire dal mondo del lavoro, ma con un raggio d’azione che può avere impatti positivi su ogni ambito delle nostre vite.