Dalla Libia un assist alla Sicilia per sviluppare le reti dell’innovazione. Parola di Haftar

I pilastri dell’innovazione possono creare relazioni stabili tra l’Europa e l’Africa. E’ il senso dell’appello lanciato da Obka Haftar dalle colonne del quotidiano “Il Riformista”. Tra le righe si può scorgere anche la necessità – e la possibilità – di un ruolo da pivot per le Università, le fondazioni e le community siciliane nel tessere queste relazioni. La Sicilia ha un obbligo morale e storico nel trasformare il legame, culturale e sociale con il Nord Africa, in un sistema di relazioni e iniziative volte a creare sviluppo sostenibile e trasformazione governata dall’utilizzo delle nuove tecnologie. «È essenziale stabilire nuove relazioni culturali, economiche e produttive con l’Unione Europea e gli altri paesi africani», sono le parole di Obka Khalifa Haftar – uno dei figli del Generale Khalifa Haftar, il leader della Cirenaica. Per noi italiani, poi, è impossibile non guardare alla Cirenaica, a Bengasi e a Tobruk.

Urso, “In Libia dobbiamo dialogare con tutti”

Impossibile non tornare indietro di qualche settimana, quando a Palermo, il Ministro Adolfo Urso, dopo aver siglato con il governo di Tripoli un accordo – un memorandum of undestanding, per essere precisi – sulla connettività e l’utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare per quanto concerne la cooperazione nel campo dell’intelligenza artificiale, aveva sottolineato la necessità di “dialogare con tutti”.

A Bengasi nasce la Fondazione Ru Ya per l’Innovazione

Bengasi è in marcia per consolidare i pilastri dell’innovazione. Da pochi mesi Obka Haftar è alla guida della Fondazione Ru’Ya, nata nel 2024. La mission dell’organismo guidato dal figlio del generale è coniugare i vari ambiti delle istanze hi-tech per aprire il dialogo con Bruxelles: «È una strategia che riteniamo promettente per il nostro paese, perché la rivoluzione digitale e la digitalizzazione sono fattori che facilitano la creazione di partnership internazionali attraverso una semplificazione della comunicazione. La transizione digitale porterà alla riduzione delle barriere geografiche e al conseguente potenziamento della collaborazione in vari settori». La Fondazione Ru’ya, lanciata in Libia nel 2024, ha l’obiettivo di implementare programmi di sviluppo e cooperazione internazionale nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Da anni coltiva la passione per quelli che lui stesso definisce «gli strumenti del futuro».

All’insegna di quello che deve essere uno strumento per il trasferimento di competenze, Obka Haftar – che ha studiato all’estero, anche negli Stati Uniti, e vanta una consolidata esperienza manageriale – ha dato il via ai lavori della Fondazione Ru’Ya sotto gli auspici della costruzione di un ponte verso il futuro. «La fondazione vuole diventare un ponte per il dialogo, la pace e lo sviluppo attraverso l’introduzione e la gestione di tecnologie moderne in Libia», ha detto. «Da qui possono partire relazioni stabili e sostenibili con i partner. Ed è per questo che abbiamo concentrato le attività di Ru’ya su tre assi principali: cultura, economia, e sviluppo economico e produttivo». Sul piano concreto ecco l’approccio che intende adottare la fondazione: «Promuoveremo piattaforme digitali per lo scambio di arte e patrimonio culturale con l’Unione Europea e i paesi africani – racconta Haftar – e pensiamo a realizzare musei virtuali o eventi culturali online. Il nostro impegno sarà riversato anche nella creazione di programmi educativi congiunti nei campi della digitalizzazione e delle lingue straniere». E poi: «Apriremo le porte alle relazioni internazionali. Lo faremo partendo da un presupposto geografico prima ancora che geopolitico: la posizione centrale della Libia nel Mediterraneo». La Libia si candida a diventare un vero e proprio hub: «Il nostro obiettivo è potenziare la nostra economia con i sistemi innovativi digitali, sviluppando piattaforme di e-commerce per facilitare l’esportazione di prodotti libici (come artigianato, datteri e olio d’oliva) nei mercati europei e africani. Inoltre, lavoreremo per attrarre investimenti tecnologici e promuovere progetti digitali in Libia, aprendo alla collaborazione con investitori europei e africani».

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