Un cambiamento epocale si profila all’orizzonte per il mercato energetico italiano. Il recente decreto Energia, portato sul tavolo del Consiglio dei ministri da Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente, e fortemente sostenuto da Giorgia Meloni e Raffaele Fitto, segna la fine del mercato tutelato dell’energia. Contrariamente alle attese, non ci sarà una nuova proroga: le famiglie e le partite Iva italiane si trovano di fronte a un nuovo scenario di mercato libero.
Da quattro volte rimandata, la liberalizzazione delle tariffe dell’elettricità e del gas naturale è ormai una realtà imminente. Entro giugno del prossimo anno, circa 9,5 milioni di famiglie e partite Iva italiane dovranno stipulare nuovi contratti per la fornitura di metano ed elettricità. Una decisione che Pichetto Fratin ha dovuto accettare, nonostante le sue iniziali inclinazioni a favore di un rinvio.
Questa mossa del governo italiano non è solo un segno di cambiamento interno ma rappresenta anche un impegno nei confronti dell’Unione Europea. La decisione rispecchia infatti gli accordi presi nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e mira a soddisfare le richieste di Bruxelles sulla promozione della concorrenza.
Il mancato rinvio ha scatenato reazioni contrastanti. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, insieme a Pierluigi Bersani, ha convocato una conferenza stampa per esprimere la propria opposizione. La preoccupazione principale riguarda gli aumenti dei prezzi, che potrebbero superare gli sconti nelle prime fasi di transizione. Anche i 5 Stelle e le associazioni dei consumatori si sono espressi in termini critici, temendo un impatto negativo sulle bollette.
Il decreto porta con sé altre significative novità. Tra queste, la normativa che qualifica i rigassificatori di Porto Empedocle e Gioia Tauro come “urgenti e di pubblica utilità”. Inoltre, si apre la possibilità per i Comuni di candidarsi volontariamente ad ospitare depositi per le scorie nucleari, una questione rimasta irrisolta in Italia da oltre quarant’anni.
Il decreto Energia non è l’unico focus del governo. Attualmente, si prevede la discussione di 10-12 emendamenti al decreto Anticipi in Senato, che andranno a integrare la manovra finanziaria. Questi includono il Codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, tra le altre questioni. Il ministero dell’Economia si trova a coordinare richieste provenienti da svariati dicasteri, delineando un quadro complesso di negoziazioni e decisioni imminenti.
Il paesaggio energetico italiano è in piena trasformazione. La decisione di abbandonare il mercato tutelato e abbracciare la liberalizzazione rappresenta una svolta significativa che coinvolge non solo il settore energetico ma anche la politica e l’economia del paese. Resta da vedere come questa transizione influenzerà i consumatori e il mercato nel suo complesso.