Giornalismo, AI e identità: dai Nebrodi la nuova sfida del racconto enogastronomico
News - 11/10/2025
di Romina Ferrante
A Galati Mamertino, nel cuore dei Nebrodi, si è aperta la decima edizione del Festival del Giornalismo Enogastronomico, che fino al 12 ottobre trasformerà il borgo in un laboratorio di idee, confronto e visioni sul futuro dell’informazione e del cibo come linguaggio identitario.
Nato dieci anni fa come un piccolo esperimento di comunità, il festival, di cui Innovation Island è media partner, è oggi un punto di riferimento per chi esplora il rapporto tra territorio, cultura e innovazione, interrogandosi su come raccontare e vivere l’enogastronomia nell’era digitale.
Assaggi di giornalismo: parole che raccontano il presente
La prima giornata, nella Sala Convegni della Fondazione Crimi, si è aperta con il panel “Assaggi di Giornalismo”, moderato da Nino Amadore, che ha guidato un confronto a più voci tra giornalisti, scrittori e professionisti della comunicazione.
Luciano Armeli Iapichino, scrittore, ha parlato di Visioni: Secondo Armeli l’enogastronomia custodisce saperi e lentezza, ma guarda anche al futuro: vigne che dialogano con i satelliti, masserie trasformate in università. Il collante è sempre il cibo, ma il vero ingrediente mancante? La visione, soprattutto per frenare lo spopolamento giovanile.
Pippo Amadore, architetto, ha invece posto l’accento sulle Cose, ragionando sugli oggetti materiali e simbolici che raccontano il territorio. Per Amadore, progettare significa lavorare con e per le comunità. Ha sottolineato la necessità di affrontare la complessità, non ridurla. “Non conta solo cosa fai, ma come lo fai. Serve una committenza competente e visione di lungo periodo”.
Per Giacomo Di Girolamo, giornalista, le Storie sono il cuore del mestiere, servono a dare volti e senso alla realtà. Il giornalista ha spiegato le sue “4 P” per una buona narrazione: Pubblica: lavorare per il pubblico, dissotterrando i fatti; Popolare: usare un linguaggio accessibile, senza semplificare; Penetrante: scavare a fondo nei fatti; Plausibile: mantenere sempre onestà e coraggio nell’interpretazione. “Una storia vale solo se ha la forza di essere raccontata”.
Francesco Condoluci ha parlato di Sfide, riflettendo sul tema della responsabilità del giornalismo oggi. Oltre a informare, il giornalista ha il compito di “scuotere le coscienze”. Con la perdita del monopolio sulla notizia, la sfida non è solo tecnologica, ma culturale: il giornalista non racconta solo i fatti diventa un mediatore.
Infine, Andrea Graziano, imprenditore e fondatore della Bottega Sicula, ha difeso il valore del giornalismo enogastronomico di qualità, che sa distinguersi da chi comunica solo per like: “La critica è fondamentale. Serve etica, serve competenza”.
Dal campo alla notizia: chi comanda, l’informazione o l’algoritmo?
Il dibattito del pomeriggio ha portato al centro del dibattito il tema dell’intelligenza artificiale e dell’evoluzione dei media con il talk “Dal campo alla notizia: chi comanda, l’informazione o l’algoritmo?”, moderato da Osvaldo Esposito.
Biagio Semilia, presidente della Federazione Editori Digitali (FED), ha aperto il confronto sottolineando il ruolo sempre più centrale della Federazione, che oggi riunisce testate online, radio e tv digitali in un ecosistema attraversato da una profonda crisi ma orientato alla collaborazione e alla condivisione.
Secondo Semilia, l’intelligenza artificiale è ormai una presenza ineludibile: va compresa, non temuta. Può diventare uno strumento prezioso per liberare tempo e risorse, consentendo ai giornalisti di tornare sul campo e fare informazione autentica. “Non serve a sostituire l’uomo – ha spiegato – ma ad affiancarlo nel creare contenuti utili, approfonditi e coerenti con i reali bisogni del pubblico, soprattutto quello più giovane. L’algoritmo ci permette di ricominciare a raccontare le storie in modo documentato, con il supporto della tecnologia”.
A seguire, Andrea Perìa, presidente del Corecom Sicilia, ha illustrato i progetti messi in campo per contrastare la disinformazione nelle scuole e sui social. “Se usati bene, gli algoritmi possono produrre buoni risultati”, ha sottolineato, ricordando che l’educazione digitale è una delle chiavi per difendere il valore della verità nell’era delle fake news.
Nel corso del dibattito, Concetto Mannisi, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, ha riconosciuto come gli editori abbiano inizialmente sottovalutato l’impatto dell’intelligenza artificiale, ma oggi non sia più possibile ignorarne la portata. Una riflessione ripresa da Giuseppe Rizzuto di Assostampa, che ha rimarcato un punto essenziale: “L’AI può analizzare rapidamente, ma non potrà mai sostituire la creatività e l’intuito umano”.
Sulla stessa linea, Enzo Scarso, direttore di Ragusaoggi, ha ricordato un principio fondamentale del mestiere, appreso dal suo primo maestro: “Le notizie non si scrivono, si cercano”. Un richiamo condiviso da Alfredo Pecoraro dell’Associazione Stampa Parlamentare Siciliana, che ha rilanciato l’urgenza di tornare sul campo per costruire un linguaggio più diretto, autorevole e capace di coinvolgere le nuove generazioni.
Infine, Flavio Fazio, fondatore di Flazio, ha lanciato un avvertimento: “L’AI è fallibile come noi. È anche il più grande strumento di plagio: dobbiamo chiederci cosa resterà del ruolo del giornalista, se il lavoro diventa ripetitivo, sarà automatizzato come tanti altri”.
Il messaggio condiviso è chiaro: come il cibo, anche l’informazione ha bisogno di tempo, cura e competenza. La qualità non si automatizza.

“Storia dell’enogastronomia siciliana”, Aperilibro con Mario Liberto
La giornata si è conclusa con l’Aperilibro dedicato a “Storia dell’enogastronomia siciliana” di Mario Liberto, insieme a Dario Cartabellotta e Nino Amadore. Un viaggio tra culti, dominazioni e ricette che hanno costruito l’identità gastronomica dell’isola. “Non banalizziamo l’enogastronomia – ha ammonito Liberto – la cucina è cultura”. Cartabellotta, dopo un excursus sulle varie dominazioni della nostra isola, ha poi concluso: “Non possiamo permetterci di perdere questo immenso patrimonio”.
Il Festival del Giornalismo Enogastronomico proseguirà fino a domenica 12 ottobre, con un programma ricco di talk, laboratori, show cooking e incontri tra operatori della comunicazione, del turismo e dell’innovazione.
Un appuntamento che conferma come la Sicilia possa essere non solo teatro di racconto, ma laboratorio di nuove visioni: dove il gusto incontra il digitale, e il giornalismo torna a essere, prima di tutto, un atto di verità e di comunità.
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