Flyeye: il nuovo telescopio europeo made in Italy per la difesa planetaria ispirato agli insetti

Da Matera al Monte Mufara, in Sicilia, l’Europa inaugura una nuova era nella sorveglianza del cielo grazie a Flyeye, il telescopio progettato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con OHB Italia. Ispirato all’occhio composto degli insetti, Flyeye rappresenta un salto tecnologico nella ricerca e nel monitoraggio di asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, offrendo un campo visivo senza precedenti e una capacità di rilevamento automatica e continua.

Un design rivoluzionario: l’occhio composto dell’astronomia

Il cuore dell’innovazione di Flyeye risiede nella sua architettura ottica, che imita la struttura degli occhi delle mosche. Il telescopio è dotato di uno specchio primario di un metro di diametro che raccoglie la luce e la suddivide in 16 canali ottici indipendenti, ciascuno equipaggiato con una propria telecamera. Questa configurazione consente di osservare in una sola esposizione una porzione di cielo oltre 200 volte più ampia della Luna piena, pari a circa 45 gradi quadrati, un valore nettamente superiore a quello dei telescopi convenzionali. “Il design unico di Flyeye è ottimizzato per condurre ampie ricognizioni del cielo mantenendo un’elevata qualità dell’immagine su tutto il grande campo di vista,” spiega Roberto Aceti, amministratore delegato di OHB Italia.

Operatività automatica e allerta globale

Flyeye è progettato per funzionare in modo completamente autonomo: ogni notte scandaglierà il cielo senza necessità di intervento umano, identificando in tempo reale nuovi asteroidi e comete che si muovono rispetto allo sfondo stellare. Le sue scoperte saranno condivise con la comunità scientifica globale tramite il Near-Earth Object Coordination Centre (NEOCC) dell’ESA e il Minor Planet Center, il centro mondiale per i dati osservativi sugli asteroidi. Richard Moissl, responsabile dell’Ufficio per la Difesa Planetaria dell’ESA, sottolinea: “Prima riusciamo a individuare asteroidi potenzialmente pericolosi, più tempo abbiamo per analizzarli e, se necessario, preparare una risposta. I telescopi Flyeye rappresenteranno un sistema di allerta rapida per la difesa planetaria”.

Il 21 maggio 2025 Flyeye ha ottenuto la sua “first light”, ovvero le prime immagini astronomiche. Tra i primi oggetti osservati figurano gli asteroidi (139289) 2001 KR1, (35107) 1991 VH e il neo-scoperto 2025 KQ, fotografato appena due giorni dopo la sua scoperta, a dimostrazione della rapidità e precisione del sistema. Flyeye ha inoltre immortalato la galassia di Andromeda e la cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan–ATLAS), mostrando una versatilità che va oltre la sola difesa planetaria.

Una rete globale per la sicurezza della Terra

L’obiettivo dell’ESA è ambizioso: realizzare una rete di almeno quattro telescopi Flyeye distribuiti tra emisfero nord e sud, così da garantire una copertura globale, ridurre la dipendenza dalle condizioni meteo locali e aumentare la velocità di conferma delle nuove scoperte. Questa strategia permetterà di monitorare costantemente il cielo, integrando i dati con quelli di altri sistemi internazionali come ATLAS (NASA), la Zwicky Transient Facility e il futuro osservatorio Vera Rubin. Ernesto Doelling, responsabile del progetto Flyeye per l’ESA, afferma: “Una rete di Flyeye nei due emisferi lavorerà in sinergia per migliorare la velocità e la completezza delle rilevazioni automatiche, riducendo la dipendenza dal bel tempo in ogni singolo sito”.

Il progetto Flyeye ha richiesto una serie di upgrade tecnici per ottimizzare la qualità delle immagini e la robustezza del sistema. Tra le migliorie più recenti figurano un nuovo beam splitter prismatico, asferiche ottimizzate per ridurre le aberrazioni e un software di controllo avanzato per la gestione automatica delle operazioni e la protezione delle componenti ottiche.

Il contributo italiano e il futuro della sorveglianza spaziale

Flyeye è stato sviluppato e testato presso il Centro di Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana a Matera e sarà presto operativo dal Monte Mufara, in Sicilia, rafforzando il ruolo dell’Italia nell’avanguardia della ricerca spaziale europea. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza strategica di questo progetto per la partecipazione italiana all’avventura spaziale europea.

Flyeye rappresenta il nuovo guardiano celeste dell’Europa: un telescopio robotico, ispirato alla natura e dotato di tecnologie all’avanguardia, pronto a proteggere la Terra dalle minacce provenienti dallo spazio e a offrire nuove opportunità di ricerca astronomica per la comunità scientifica internazionale.

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