Google lancia la funzione memory per Gemini: cosa c’è da sapere

Google ha annunciato che il suo chatbot Gemini è ora dotato di una funzione di “memory”, simile a quella di ChatGPT, che consente di ricordare informazioni personali e preferenze degli utenti, come stile di vita, lavoro e gusti. Questa funzione permette a Gemini di offrire risposte più pertinenti e personalizzate.

Ad esempio, se un utente informa Gemini di essere vegano, il chatbot mostrerà esclusivamente ristoranti adatti a una dieta vegana durante le sue ricerche.

Chi può accedere alla funzione di memory

Attualmente, questa funzione è riservata agli utenti abbonati al piano Google One AI Premium, che costa 19,99 dollari al mese (19,20€). La funzione è disponibile solo in inglese e, per ora, esclusivamente tramite la versione web del chatbot, con l’integrazione nelle app Android e iOS prevista successivamente.

Gli utenti possono aggiungere, visualizzare o modificare le informazioni salvate tramite l’interfaccia del chatbot o nella sezione “saved info”. Tra gli esempi forniti da Google su cosa Gemini può ricordare ci sono preferenze come “Usa un linguaggio semplice e senza gergo” o “Includi il costo per giorno nei piani di viaggio”.

Protezione e gestione dei dati personali

Google ha sottolineato che le informazioni salvate tramite la funzione di memory non saranno mai utilizzate per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Inoltre, i dati rimarranno salvati indefinitamente, ma possono essere eliminati manualmente dagli utenti in qualsiasi momento.

“Le informazioni salvate non vengono mai condivise o utilizzate per addestrare il modello,” ha dichiarato un portavoce di Google a TechCrunch via email.

Rischi e sicurezza della funzione memory

Nonostante i vantaggi offerti dalla personalizzazione, funzioni di memoria come quelle di ChatGPT e Gemini possono presentare rischi di sicurezza se non adeguatamente protette. Un esempio di vulnerabilità è stato segnalato da un ricercatore di sicurezza, che ha scoperto come fosse possibile inserire “false memorie” in ChatGPT per accedere in modo illecito ai dati degli utenti.

L’introduzione della funzione memory in Gemini segna, comunque, un ulteriore passo verso un’IA più personalizzata e contestuale.

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