Gianni Polizzi: “Così innoviamo l’agricoltura del Sud-Est, partendo dai sogni e dalla terra”
Agroalimentare - 17/04/2025
di Vittorio Spadoni
“Non è vero che la Sicilia è una terra abbandonata. È solo un terreno in attesa di fiorire.”
C’è una frase che Gianni Polizzi ripete spesso, e che riassume bene la sua visione: “Non vendiamo servizi, vendiamo soluzioni.” Una frase che sembra semplice, ma dietro cui si nasconde una storia lunga 25 anni, fatta di sfide, sogni, radici profonde e tanto, tanto lavoro.
Gianni è un imprenditore siciliano, figlio di agricoltori, partito dal nulla con un’ambizione chiara: dimostrare che fare impresa nel Sud è possibile, e che si può partire dalla campagna di Ragusa per arrivare a collaborare con alcune delle migliori aziende italiane. Oggi è alla guida di PromoterGroup S.p.A., una realtà che offre consulenza e servizi integrati alle imprese di tutta Italia, con un’attenzione speciale alle PMI e al mondo agricolo.
PromoterGroup: dove finisce la burocrazia, inizia la soluzione
L’intuizione che sta alla base di PromoterGroup è semplice quanto potente: molte imprese, soprattutto di piccole e medie dimensioni, non hanno il tempo né le risorse per gestire tutti gli aspetti normativi, organizzativi, formativi o legati alla crescita. Ed è qui che interviene il gruppo di Gianni.
PromoterGroup si occupa di compliance, sicurezza sul lavoro, formazione, GDPR, finanza agevolata, sviluppo aziendale, comunicazione, registrazione di brevetti, ma anche recruiting e gestione delle risorse umane. Non a caso, Gianni parla del suo gruppo come di un “problem solver globale”: le imprese si rivolgono a loro non solo per i servizi in catalogo, ma anche per esigenze fuori schema. E spesso, trovano qualcuno che le ascolta e costruisce soluzioni su misura.
L’agroalimentare come punto di partenza e di ritorno
Se PromoterGroup è la macchina, il motore è il legame con la terra. Gianni è agronomo, e il suo primo lavoro fu proprio nel settore agroalimentare, con le certificazioni di qualità. Dopo aver esplorato altri settori, è tornato al punto di partenza, con un’idea chiara: valorizzare il Sud-Est siciliano creando reti, connessioni e distretti produttivi.
Nascono così due importanti progetti:
- Il Distretto Ortrofrutticolo del Sud-Est , riconosciuto dalla Regione Siciliana;
- Il Distretto del Cibo del Sud-Est, registrato al Ministero delle Politiche Agricole.
Queste reti uniscono 14 filiere produttive – dal cioccolato di Modica all’uva di Mazzarrone, passando per il vino, la pesca, l’ortofrutta – e mettono in comunicazione produttori, trasformatori, buyer, e istituzioni. L’obiettivo? Fare massa critica, catalizzare fondi pubblici, favorire l’innovazione e creare opportunità concrete per il territorio.
Agro Track 2.0: tracciabilità, trasparenza e tecnologia
Tra i progetti di punta c’è Agro Track 2.0, una piattaforma che permette di tracciare ogni passaggio della filiera agroalimentare, dalla semina alla distribuzione. È come se ogni prodotto avesse un passaporto digitale: il consumatore può sapere chi lo ha coltivato, dove, in quali condizioni, e perfino vedere il volto del produttore.
Questo sistema non solo aumenta la fiducia dei consumatori, ma valorizza il lavoro degli agricoltori e rafforza il legame tra prodotto e territorio. È un modo per raccontare la storia che sta dietro un pomodoro o una bottiglia di vino, e per difendere la qualità e la legalità delle produzioni.
Formazione, startup e agricoltura 4.0
Gianni e il suo team non si fermano alla consulenza. PromoterGroup è partner di università, parte attiva nel Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, e promotore di startup innovative. Una su tutte: Green Cycling, nata per risolvere l’annoso problema degli scarti vegetali. In provincia di Ragusa, questi scarti spesso vengono bruciati illegalmente, generando inquinamento. Grazie a un brevetto proprietario, la startup ha creato un macchinario che separa i materiali e li trasforma in materie riutilizzabili, dando vita a un’economia circolare vera e concreta.
C’è anche una forte spinta verso l’agricoltura smart: PromoterGroup sta sperimentando centraline climatiche, algoritmi predittivi e analisi in tempo reale delle colture per ridurre l’uso di fitofarmaci e aumentare la sostenibilità. In pratica, anche un piccolo agricoltore può monitorare il suo campo con un’app, rendendo più redditizia e meno impattante la propria attività.
Le grandi sfide: manodopera, mercati esteri, sostenibilità
Il Sud-Est agricolo non è senza problemi. Anzi, le sfide sono enormi. La carenza di manodopera è una delle più gravi: molte aziende rischiano di chiudere perché non trovano lavoratori. Per affrontare il problema, Gianni ha coinvolto il Ministero del Lavoro del Camerun per attivare percorsi di formazione e inserimento di giovani africani nel settore agricolo locale.
Altra sfida è quella dei dazi internazionali. Se da un lato penalizzano le esportazioni verso gli Stati Uniti, dall’altro spingono a guardare a nuovi mercati, dall’Asia agli Emirati, dove le eccellenze siciliane potrebbero trovare grandi opportunità.
Poi c’è il tema della transizione ecologica: le politiche agricole europee chiedono meno pesticidi, meno emissioni, più sostenibilità. Ma tutto questo, senza strumenti concreti, rischia di soffocare le aziende. “L’ambiente va tutelato, ma dobbiamo mettere gli agricoltori in condizione di poter produrre”, avverte Gianni.
Il futuro è nel capitale umano
Dietro tutta questa macchina tecnologica e progettuale, però, resta l’essere umano. Gianni è convinto che l’agricoltura di domani avrà bisogno di nuove competenze: digitali, linguistiche, gestionali. Fare l’agricoltore oggi significa quasi avere una laurea.
Per questo PromoterGroup punta molto sulla formazione dei giovani e accompagna chi vuole aprire un’azienda agricola con strumenti, affiancamento e una rete di sostegno.
Una visione per il Sud-Est
Quando gli si chiede cosa immagina per il distretto tra dieci anni, Gianni risponde senza esitazione: “Un ecosistema evoluto.” Un luogo in cui le aziende collaborano invece di farsi concorrenza, dove si condividono progetti, mercati, competenze e capitale umano. Dove non si ha paura del vicino, ma si fa squadra. Un distretto che non disperde il patrimonio locale, ma lo rafforza e lo moltiplica.
L’eredità di una vita d’impresa
Oggi Gianni guarda con orgoglio alla strada fatta. Essere partito da “sotto Tunisi”, come ama dire scherzando su Ragusa, e avere tra i clienti le più grandi aziende italiane, è una soddisfazione enorme. Ma le sue vere battaglie sono due: risolvere il problema della manodopera e quello degli scarti agricoli. Se ci riuscirà, dice, potrà dire di aver lasciato un segno nella storia dell’agricoltura siciliana.
E ai giovani che vogliono restare? Un consiglio semplice e potente: “Studia, conosci, e non lasciarti bloccare da tre chilometri di mare.”
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