Il giornalista robot non è più un’utopia. Taccuino, penna e sensibilità umana vanno in soffitta, sostituiti da un “nuovo generatore di notizie di tendenza guidato esclusivamente dall’intelligenza artificiale”. L’algoritmo che genera notizie è già pronto a sostituire il lavoro dei giornalisti in carne e ossa. Proprio nei giorni in cui l’Unione europea sembrava aver posto una barriera con l’AI ACT, primo regolamento al mondo per contemperare l’impatto dell’intelligenza artificiale nello nostre vite, quello che poteva sembrare uno scenario fantascientifico diventa realtà con “Upday”, applicazione e sito internazionale di news, con una testata registrata anche in Italia.
Upday appartiene al gruppo Axel Springer (editore anche di Bild), il colosso editoriale tedesco con sede a Berlino. Upday ha già sette anni di vita, l’aggregatore di notizie venne creato nel 2016 in collaborazione con Samsung. Oggi arriva la decisione di affidare all’intelligenza artificiale la redazione di Upday. Uno dei primi risultati è l’annuncio della chiusura della redazione italiana di Upday, che aveva sede a Milano. La testata non aveva alcun problema economico, anzi era addirittura in utile. Nata come app preinstallata sugli smartphone Samsung, Upday si era sviluppata negli ultimi anni con redazioni in diversi Paesi europei che producevano notizie e contenuti propri. Axel Springer, proprietario tra l’altro dei quotidiani Bild e Die Welt, cambia rotta,e vira in direzione dell’intelligenza artificiale. La nuova app non cambierà nome; si chiamerà sempre Upday e verrà lanciata l’estate prossima. Nessuna notizia sul futuro dei giornalisti in carne ossa? E’ probabile che il gruppo Springer possa puntare progressivamente ad espandere l’applicazione dell’app. D’altronde, Thomas Hirsch (Ceo di Springler), è stato abbastanza chiaro, nel comunicato stampa con cui annuncia il passaggio all’AI. Hirsch ha ringraziato “tutti i colleghi che hanno lavorato con passione e impegno per fare di Upday una delle maggiori app di notizie in Europa”, affermando al contempo di essere “impaziente di vedere come il nuovo prodotto permetterà di sfruttare le opportunità e le possibilità dell’intelligenza artificiale”.
Si prevede che il colosso tedesco taglierà, già in questa fase, almeno 200 posti di lavoro, attualmente occupati da giornalisti, e chiuderà diverse piccole sedi regionali (da 18 diventeranno 12). E’ il primo passo di una strategia che a partire dal 2024 definirà le attività del gruppo in una chiave “digital only”, e “prima il digitale e poi la carta stampata”. Stando ai piani, si tenterà di limitare al minimo i licenziamenti dei dipendenti, per arrivare a «soluzioni» accettabili «sul piano sociale», si legge in una mail della direzione giornalistica, firmata da Marion Horn e Robert Schneider, e dalla direzione manageriale, Christpher Eck_Schmidt e Claudios Senst. In un passaggio della lettera, si legge anche in modo esplicito: «purtroppo dovremo separarci da colleghi che hanno compiti che possono essere sostituiti dall’intelligenza artificiale o dai processi del mondo digitale, o che non si ritrovano in questa nuova formazione con le loro attuali competenze».