Giurazza, “Sud ha grande potenziale per le start up ma servono più operatori SGR”

Al Magnisi Studio arriva Amedeo Giurazza, il guru del Venture Capital. Il manager di origini campane dal 2007 è alla guida di Vertis, l’unica SGR (società di gestione del risparmio) nel Mezzogiorno. La mission della compagnia è semplice: raccoglie gli investimenti di soggetti qualificati, partecipa con i propri fondi a progetti di imprese e startup del territorio.

L’intervento integrale di Amedeo Giurazza al Magnisi Studio è consultabile a questo link.

Giurazza, “50 milioni da investire per le start up del Sud”

Da Giurazza arriva una buona notizia per il mondo dell’innovazione meridionale: “da settembre avremo un fondo dedicato al Sud, con una dotazione compresa tra i 40 e i 50 milioni di euro da investire”. Saranno risorse utili a colmare il gap con il resto del Paese, sempre che questo gap ci sia. Perchè, parlando di innovazione, il manager di origini campane cambia la prospettiva della narrativa: “quando parliamo di start up  non c’è assolutamente differenza tra Nord e Sud. Le due aree quasi si equivalgono. Abbiamo tantissime start up innovative in Campania, in Puglia e in Sicilia. Il Sud ha tanto da dare, soprattutto dal mondo universitario, dal mondo della ricerca e dal mondo degli incubatori. Si registra tanta voglia di intraprendere da parte dei giovani”.

Venture Capital troppo Milanocentrico, servono SGR al Sud

Secondo Giurazza, il vero nodo che limita il Venture Capital al Sud è il ridotto numero di operatori professionali: “quando ho iniziato nel 2007 eravamo 6 in tutta Italia, adesso siamo 33. Ma di questi 25 stanno a Milano e al Sud ci siamo solo noi di Vertis. Per poter sviluppare il Sud servono almeno 10 /15 operatori  SGR o investitori dedicati al territorio” ed aggiunge “è un mondo sin troppo Milanocentrico, qualcuno deve avere il coraggio di fare gestione del risparmio anche al Sud”.

Start up, “Prima di tutto servono persone competenti”

Dalla tolda di comando di Vertis, Giurazza ha visto nascere centinaia di start up. Prima dell’idea, prima dell’innovazione, a suo giudizio, vengono le persone: “l’idea è importante, ma soprattutto contano le persone. Quella che oggi è un’idea innovativa, non lo sarà più tra cinque o dieci anni. Quindi le persone al centro di tutto, in grado di innovare continuamente o eventualmente di pivotare, cambiare marcia o fare addirittura inversione ad U se le cose non dovessero funzionare. Le imprese che funzionano, le start up che funzionano hanno al loro interno persone di competenza nello specifico settore di attività”.

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