Obiettivo è raggiungere nel nostro paese almeno “un milione di veicoli prodotti” dagli stabilimenti dell’automotive in Italia. Stabilimenti oggi legati solo a Stellantis, ma in futuro non è escluso che possano essere presenti anche impianti produttivi di altre case, come quelle cinesi alla ricerca di stabilimenti “plug in” dove poter trasferire la produzione ed evitare dazi. Tra questi stabilimenti potrebbe esserci anche Termini Imerese, un sito definito “interessante” e “capace ancora di produrre auto”. Queste le parole del del ministro dello sviluppo e del made in Italy Adolfo Urso a margine della firma del contratto tra il governo nazionale e la Regione siciliana sui fondi Fsc ieri al Teatro Massimo di Palermo. Urso, infatti, ha spiegato ai giornalisti come spiega che “con il tempo” si possa “anche insediare qualche altra casa automobilistica” affinché “la produzione di auto e veicoli commerciali torni ad un livello tale da potere sostenere la filiera dell’automotive italiana che è un orgoglio nel mondo”. Sulla scorta di quanto accade in altri paesi d’Europa dove la produzione di vetture e veicoli commerciali non è solo legata ad un solo produttore. In Sicilia è presente lo stabilimento ex Fiat poi passato a Blutec e adesso aggiudicato al gruppo Pelligra Italia per una operazione industriale i cui dettagli ancora non sono stati resi noti. “Pelligra non si è mai visto da queste parti”… racconta un deputato del territorio a taccuini chiusi.
A Termini, dunque, potrebbero insediarsi i cinesi? Potrebbe essere uno di quei siti “plug in” che cercano i produttori orientali? A questa domanda il ministro ha risposto: “Termini Imerese è un sito interessante, è un sito che ha ancora una struttura che è capace di produrre auto”, ha spiegato l’esponente del governo Meloni, “le case automobilistiche, non solo cinesi stanno visitando diversi siti produttivi del nostro paese perché ritengono che il nostro paese possa essere particolarmente attrattivo per realizzare modelli innovativi”. ”Siamo attrattivi perché vi è un mercato interno da colmare? certamente”, ha aggiunto il Ministro, “ma siamo attrattivi perché abbiamo una filiera della componentistica straordinaria. E siamo attrattivi perché c’è un ecosistema di università, centri ricerca e designer che ha fatto nel tempo dell’auto italiana un modello in Europa”. “Ma”, avverte Urso, “ci sono due condizioni che abbiamo posto: deve produrre e non solo assemblare con la componentistica italiana e realizzare nel nostro paese anche la parte sensibile e intelligente dell’auto. In maniera che le auto prodotte in Italia siano davvero made in Italy e composte con le componenti prodotte dalla filiera dell’automotive”. Domani la Camera di Consiglio del Tar del Lazio si riunirà per discutere del ricorso presentato dalla cordata guidata da Sciara Holding contro la decisione di affidare al gruppo Pelligra l’ex stabilimento.