Ambiente ed energia, l’innovazione made in Sicily che piace anche all’Europa
Ambiente, Risorse naturali - 13/11/2023
di Piero Messina
Tutelare l’Ambiente è un imperativo categorico per garantire un futuro alla nostra terra. E’ un problema globale, da affrontare con misure globali. Ma sia il ruolo dei territori, sia la governance che esprimono sono un tassello fondamentale su cui costruire delle policy virtuose. Di Ambiente, della sua tutela e di tutte le implicazioni relative al sistema economico e sociale del territorio si occupa la Strategia dell’Innovazione del governo siciliano, un documento che fissa i punti di intervento, una sorta di road map delle cose da fare.
Ricerca e Innovazione per la tutela ambientale
Cosa possiamo attenderci dal connubio tra ricerca e innovazione rispetto alla tutela ed alla salvaguardia dell’Ambiente? Lo spiega Eleonora Riva Sanseverino, docente dell’Università di Palermo e responsabile dell’ambito dedicato proprio all’Ambiente, per la strategia regionale dell’Innovazione.
Dal Mediterraneo le anticipazioni sul cambiamento climatico
Un primo dato da comprendere è quello relativo alle modifiche dell’ambiente nel Mediterraneo. Cosa sta succedendo? Secondo la docente, “Il Mediterraneo è un hotspot climatico. Fenomeni che noi consideravamo sporadici ed estremi diventano sempre più frequenti e quindi tutte le nostre infrastrutture, quindi le costruzioni, le strade, le infrastrutture per la produzione di energia e per i servizi, dovranno essere adatte a resistere a questi fenomeni estremi che si presenteranno in modo sempre più frequente. Abbiamo già provato quest’estate un fenomeno di calore estremo, che però si è protratto per più giorni e quindi questo significa che queste temperature elevate insistono sui materiali, insistono anche su le efficienze, per esempio anche delle stesse centrali termoelettriche e quindi anche quelle alimentate con combustibili fossili hanno bisogno di essere rinfrescato e questo determina un calore estremo, determina un innalzamento delle temperature dell’acqua di raffreddamento di queste centrali, con una conseguente riduzione dell’efficienza”.
Per rispondere all’Sos lanciato dall’ecosistema, ricercatori e istituzioni sono al lavoro per individuare le strategie da adottare. Dall’Unione Europea arriva un programma di ricerca e sviluppo dal valore di oltre 100 miliardi. La professoressa Sanseverino rappresenta l’Italia in questo consesso: “Stiamo sostenendo un partenariato europeo proprio sui cambiamenti climatici e chiederemo che una delle sedi di sperimentazione di monitoraggio sia proprio il Mediterraneo, assieme anche ai Poli e alle Alpi, perché pensiamo che siano luoghi nei quali le trasformazioni climatiche saranno più visibili. Fondamentalmente il Mediterraneo, peraltro, anticiperà alcune trasformazioni climatiche che poi si ripercuoteranno su tutto il globo. Quindi è un posto adatto dove sperimentare e monitorare il clima”.
Il climate change rischia di modificare il nostro territorio. E conseguentemente la nostra economia: “la desertificazione porterà degli effetti anche sulla produzione energetica, perché la riduzione del regime delle piogge ha un impatto immediato anche su l’idroelettrico, sulla produzione idroelettrica, che attualmente è una bella fetta di produzione di energia da fonti rinnovabili per il nostro Paese e per l’intera Europa, per il nostro Paese in particolare. Quindi immaginate, al di là della scarsità di acqua potabile cui andiamo incontro, la desertificazione di acqua anche per le attività irrigue, c’è anche un problema legato alla produzione di energia”.
E la Sicilia cosa sta facendo? “Le tematiche che sono affrontate appunto nella Strategia 2021- 27 della Regione Siciliana sono molto aderenti alle esigenze del territorio siciliano. Si riferiscono al risparmio energetico degli edifici, quindi ad un efficientamento energetico delle strutture e delle infrastrutture energetiche che servono. Gli edifici che ci ricordiamo, che consumano il 40% dell’energia e quindi hanno anche un impatto dal punto di vista ambientale, con il 36% delle emissioni di gas serra. Avere una casa più efficiente dal punto di vista energetico porta un contributo in termini di emissioni di gas serra e quindi ci consente di ritardare l’impatto del cambiamento climatico. Siamo in linea con la nuova legislazione europea che si tradurrà in una direttiva sugli edifici a zero emissioni”.
E’ possibile immaginare una rivoluzione – spiega Sanseverino – “dove gli edifici non solo siano a zero emissioni ma siano anche dotati di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Poi abbiamo tutte una parte che riguarda invece le infrastrutture, le cosiddette smart grids, le reti elettriche intelligenti che ospitano impianti di produzione da fonti rinnovabili in maniera diffusa sul territorio. Poi, la nostra strategia regionale si occupa anche di mobilità a basse emissioni e un richiamo al contenimento del consumo di materie prime critiche”. Dalla professoressa Sanseverino arriva anche l’appello a snellire la burocrazia: “è essenziale partire subito con i bandi e soprattutto i bandi per la ricerca e l’innovazione, perché il sistema della ricerca e il sistema delle imprese ha bisogno di queste risorse per sviluppare l’innovazione e ridurre al minimo l’impatto della burocrazia sulle attività che invece sono veramente significative. cercare di fare il massimo per poter tutelare il tempo prezioso dei ricercatori è importantissimo. Io credo che fra le misure che ho visto, che mi sembrano più interessanti c’è quella anche dell’implementazione delle comunità energetiche rinnovabili”.