Intelligenza Artificiale, con la legge approvata dal Cdm chi sbaglia finisce in carcere

ll Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato, con la previsione della richiesta alle Camere di una calendarizzazione nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento, un disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. L’Italia è il primo paese in Europa che prova a declinare in questa maniera l’Ai Act europeo (che a sua volta è la prima norma che vuole regolamentare lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale). 

25 articoli nel testo

Il testo, composto da 25 articoli, individua criteri che tendono a riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio, al loro sottoutilizzo o al loro impiego dannoso. Inoltre, introduce norme di principio e disposizioni di settore che, da un lato, promuovano l’utilizzo delle nuove tecnologie per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e della coesione sociale e, dall’altro, forniscano soluzioni per la gestione del rischio fondate su una visione antropocentrica.

Carcere fino a cinque anni per chi fa danni con l’IA

Le norme intervengono in cinque ambiti: la strategia nazionale, le autorità nazionali, le azioni di promozione, la tutela del diritto di autore, le sanzioni penali. Si prevede, inoltre, una delega al governo per adeguare l’ordinamento nazionale al Regolamento UE in materie come l’alfabetizzazione dei cittadini in materia di IA (sia nei percorsi scolastici che in quelli universitari) e la formazione da parte degli ordini professionali per professionisti e operatori. La delega riguarda anche il riordino in materia penale per adeguare reati e sanzioni all’uso illecito dei sistemi di IA. Viene anche introdotto un reato penale con una reclusione da uno a cinque anni per chi crea danno con strumenti dell’IA. Nel campo audio e video e della produzione di contenuti, inoltre,  si prevedono misure, per  favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di intelligenza artificiale nella creazione degli stessi. Secondo quanto prevede il ddl “il contenuto che sia stato completamente o parzialmente generato, modificato o alterato dai sistemi di intelligenza artificiale, in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono, deve avere un elemento o segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata con l’acronimo “IA” o, nel caso audio, attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento”.