Intelligenza Artificiale

Cerca di riprodurre ed emulare i processi mentali attraverso sistemi informatici.
Si ispira al modello della mente umana per proporre un sistema applicabile agli elaboratori.

Una definizione

In cibernetica, Intelligenza Artificiale (traduzione dell’inglese Artificial Intelligence), riproduzione parziale dell’attività intellettuale propria dell’uomo (con particolare riguardo ai processi di apprendimento, di riconoscimento, di scelta) realizzata o attraverso l’elaborazione di modelli ideali, o, concretamente, con la messa a punto di macchine che utilizzano per lo più a tale fine elaboratori elettronici (per questo detti cervelli elettronici).

(https://www.treccani.it/vocabolario/intelligenza/)

Alcuni esempi

In cui l’attività dell’I.A. è preponderante:

  • Assistenti virtuali, in grado di interpretare il linguaggio e di simulare un dialogo;
  • Vetture (semi)autonome, in grado di “percepire”, attraverso gps, sensori e videocamere, l’ambiente circostante per una guida autonoma o assistita;
  • Chatbot, che interpretano il linguaggio scritto e rispondono in una chat;
  • Robot intelligenti, in grado di simulare una conversazione e di muoversi nello spazio circostante, ponendo in essere una serie di operazioni meccaniche in autonomia;
  • Trasporti pubblici autonomi, come metro, tram e autobus;
  • Domotica, oggetti in grado di gestire il riscaldamento/raffreddamento, l’illuminazione, gli elettrodomestici e i sistemi di sicurezza in modo efficiente.

Alcune attività dell’I.A.

  • Ottimizzazione audio/video, per migliorare la qualità dell’immagine in base a fattori come la luminosità, l’audio in ingresso filtrando i rumori di sottofondo o l’audio in uscita sulla base dell’ubicazione degli altoparlanti nella stanza.
  • Miglioramento fotografico, attraverso sistemi di bilanciamento automatico dei livelli di luminosità e contrasto o realizzando foto con sfondo sfocato, facendo risaltare il soggetto principale.
  • Navigazione, per garantire percorsi più rapidi, tenendo in considerazione fattori come traffico, lavori in corso, ecc.
  • Analisi dati, come strumento di velocizzazione ad ausilio della ricerca scientifica.
  • Personalizzazione di servizi e annunci, sulla base delle preferenze dell’utente.
  • Traduzione istantanea di testi e dialoghi.
  • Manutenzione predittiva di veicoli e macchinari tramite la lettura dei valori forniti dai sensori.

Come Funziona

L’Intelligenza Artificiale si basa su una serie di algoritmi.
Per algoritmo si intende una sequenza di istruzioni, o, meglio, uno schema di passaggi procedimentalizzati, finalizzati al compimento di un’operazione specifica.
Considerata una operazione, questa viene divisa in un numero di sub-operazioni più semplici per la realizzazione di quella complessa.
Nell’I.A. queste operazioni comportano l’elaborazione dei dati e un passaggio ulteriore, molto importante: l’algoritmo è in grado di arricchirsi codificando nuove operazioni per raggiungere un risultato richiesto, ancor più complesso, ma per cui non erano state fornite le istruzioni.

L’esplicabilità dell’algoritmo

Una delle questioni che solleva maggiori dubbi circa l’utilizzo dell’I.A. riguarda le operazioni effettuate senza aver ricevuto istruzioni specifiche.
I motivi per cui l’I.A. abbia posto in essere tali operazioni sono molto difficili da spiegare, anche dagli esperti del settore, in quanto richiedono un lungo lavoro di ricostruzione.
Per questa ragione, la trasparenza dei processi, l’interpretabilità delle operazioni e l’esplicabilitá degli algoritmi sono tematiche particolarmente sentite, specialmente nelle operazioni dell’I.A. che coinvolgono la sfera personale dell’individuo.

L’apprendimento dell’I.A.

L’Intelligenza Artificiale necessita di una fase di apprendimento, attraverso la somministrazione di informazioni (dati).
Le modalità di apprendimento automatico principali sono tre e differiscono per gli algoritmi utilizzati:

  1. Supervisionato, fornendo un numero di esempi tali da far comprendere alla macchina l’output desiderato (ad es. una serie di foto di gatti per consentire di riconoscere i gatti);
  2. Non supervisionato, tramite l’estrazione automatica di informazioni da una serie di dati immessi (come i risultati dei motori di ricerca online);
  3. Rinforzo positivo, tramite il conferimento di un “premio virtuale“ per ogni scelta corretta operata dalla macchina (molto utilizzate per far apprendere i movimenti nell’ambiente fisico).

L’apprendimento dell’I.A.

Il Machine Learning è, dunque, uno dei metodi di apprendimento che consentono di configurare e di predisporre il sistema di I.A. a una sorta di “ragionamento deduttivo“.
In questo modo l’I.A. ha la possibilità di apprendere e migliorare con l’esperienza, affinando nel tempo gli algoritmi dalla stessa elaborati ed elaborandone di nuovi.
Ovviamente, tale modalità non esclude, ma anzi contempla, problemi sorti in itinere e soluzioni imperfette, dovute, tra l’altro, alla qualità dei dati somministrati per il suo apprendimento.

L’I.A. e i fattori di contesto

L’Intelligenza Artificiale non tiene in considerazione, a priori, una serie di fattori esterni, a meno che questi non entrino a far parte del suo elaborare, come:

  • l’efficienza economica della soluzione, intesa come rapporto tra costi e benefici o tra i mezzi utilizzati e gli obiettivi raggiunti;
  • la sua liceità, ovvero la conformità a disposizioni di legge;
  • la sua equità, ovvero la valutazione di tutte le circostanze del caso concreto;
  • la sua possibile realizzazione nel mondo fisico, per questioni tecniche, amministrative o regolatorie.

L’importanza dei dati

Per “dati” si intende qualsiasi rappresentazione digitale di atti, fatti o informazioni e qualsiasi raccolta di tali atti, fatti o informazioni, anche sotto forma di registrazione sonora, visiva o audiovisiva (così l’art. 2, n. 1 della proposta di Data Governance Act).
Il loro ruolo è decisivo, tanto nella configurazione, quanto nell’apprendimento e nel funzionamento dell’I.A.
Dati di alta qualità sono essenziali per algoritmi di livello.

Il concetto di big data

Sono un agglomerato di dati di volume molto elevato, di grande varietà e velocità di circolazione, che viene generato da diverse tecnologie.
L’Intelligenza Artificiale e, in generale, i dispositivi tecnologici di ultima generazione, producono Big Data attraverso diverse fonti: fisiche (come i sensori, il gps, i microfoni, le fotocamere) e non (come i file di registro o altri dati di elaborazione).

I big data e l’I.A.

L’Intelligenza Artificiale è lo strumento elettivo per l’elaborazione dei Big Data, avendo le capacità computazionali per gestirne l’analisi.
Sorgono tuttavia, anche in questo caso, problemi inerenti la trasparenza dell’elaborazione, specialmente per i dati riguardanti la persona (c.d. dati personali).
Sono dati personali le informazioni riguardanti una persona identificata o identificabile (art. 4 n. 1 del GDPR).

I limiti dell’I.A.

  • Assenza di capacità di discernimento, in quanto non comprende la portata delle proprie azioni;
  • Assenza di logica complessiva, difettando dei fattori di contesto;
  • Assenza di senso critico, non sapendo riconoscere i fattori che possono aver influenzato le informazioni che le vengono somministrate (ad es. pregiudizi);
  • Assenza di moralità, non conformando il suo operato ad alcun principio;
  • Assenza di empatia, non avendo alcuna emotività né senso di immedesimazione;
  • Assenza di significato, non comprende appieno il contenuto delle affermazioni, dei gesti, delle immagini.

È davvero intelligente?

L’intelligenza è qualcosa di più complesso, che sottintende l’autoconsapevolezza e quelle qualità che attualmente costituiscono i limiti dell’I.A., che non le consentono di raggiungere la profondità del pensiero umano.

È infallibile?

Assolutamente no. Sebbene risulti sempre più affidabile, vi sono variabili che incidono sull’operato dell’I.A., specialmente in operazioni complesse.
I dati somministrati per l’addestramento, lo spessore di pensiero che viene richiesto per l’interpretazione dei fatti dell’uomo e la qualità degli algoritmi utilizzati, sono solo alcuni fattori che possono incidere sull’output della macchina.
Non è un caso che, anche per le operazioni basilari, sia necessaria una fase di addestramento.
Il rischio di errore diverrà sempre più infinitesimale, ma per alcune operazioni sarà sempre presente.

Allora che tipo d’intelligenza?

Se circoscritta al contesto dati immessi e risultati raggiunti, l’Intelligenza Artificiale presenta le caratteristiche di un elaboratore molto evoluto, in grado di conseguire miglioramenti empirici e di adattarsi al contesto in cui opera.
Alcuni limiti sono ancora insormontabili e il paragone con l’intelligenza umana è decisamente prematuro.

I vantaggi dell’I.A.

  • VELOCITÀ DI ELABORAZIONE
  • È UNA TECNOLOGIA DINAMICA
  • È UNA TECNOLOGIA NEUTRA
  • PORTA AUTOMAZIONE
  • CREA NUOVE PROFESSIONALITÀ
  • RIDUCE COSTI DI PRODUZIONE
  • PUÒ AIUTARE LA TRANSIZIONE “GREEN”

I benefici dell’I.A.

  • Sul posto di lavoro, per lavori pesanti, di routine o che richiedono elaborazione dati;
  • Nelle smart cities, per delle città evolute e innovative;
  • Nella medicina, nella ricerca per farmaci e vaccini, nella diagnosi, nella riabilitazione e nella chirurgia;
  • Nella prevenzione dei reati e dei comportamenti illeciti;
  • Nei trasporti pubblici, ottimizzando i servizi;
  • Nella sostenibilità, aiutando a migliorare l’efficienza energetica e consentendo la riduzione dei consumi;
  • Nell’assistenza agli anziani, ai disabili e ai malati;
  • In agricoltura, efficientando le risorse disponibili.

I dilemmi etici e sociali

L’utilizzo massivo, indiscriminato e non consapevole dell’I.A. può condurre a una serie di rischi di varia natura:

  • Empatia e fiducia nella macchina, dovuta a un’interazione continuativa con la stessa;
  • Utilizzo distorto della tecnologia, per finalità illecite;
  • Eccessiva ingerenza nella vita delle persone, dovuta a controlli costanti e diffusi;
  • Deresponsabilizzazione di coloro che utilizzano la tecnologia e ne fanno eccessivo affidamento;
  • Discriminazioni, le decisioni sono prodotto dei dati immessi e i limiti dell’I.A. non consentono di sottrarsi da questo pericolo;
  • Profilazione incontrollata degli utenti per gusti, interessi ecc.

L’importanza del controllo umano

Per questo motivo è importante mantenere il controllo dell’uomo, specialmente su quelle elaborazioni che contemplano l’utilizzo di informazioni personali.
Il GDPR, all’art. 22, già pone un limite in tal senso:
“L’interessato ha il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata unicamente sul trattamento automatizzato, compresa la profilazione, che produca effetti giuridici che lo riguardano o che incida in modo analogo significativamente sulla sua persona.”
In questo caso, possono essere evitati i rischi dettati da una decisione che non è passata sotto il diretto controllo dell’uomo.

La creatività e l’I.A.

Negli ultimi anni l’attività dell’Intelligenza Artificiale è stata rivolta, tra l’altro, a operazioni creative:

  • Nel campo delle arti visive (quadri);
  • Nel campo musicale (composizioni musicali);
  • Nel campo letterario (opere letterarie, sceneggiature);
  • Nel campo delle invenzioni.

Cosa si intende per creatività?

Virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia. In psicologia, il termine è stato assunto a indicare un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze.

(https://www.treccani.it/vocabolario/creativita/)

il concetto mal si adatta alle macchine.

La creatività nelle leggi

I concetti di “autore” e di “creatività”, anche nelle leggi, per la protezione dei relativi diritti, risentono di una visione antropocentrica, che mal si concilia con l’I.A. creatrice.
Questo è evidente a livello internazionale, a livello europeo, nelle normative dei diversi Stati e nel nostro diritto interno.
Anche la Suprema Corte di Cassazione, nell’interpretare il significato di creatività, osserva che:
“La protezione del diritto d’autore postula il requisito dell’originalità e della creatività, consistente non già nell’idea che è alla base della sua realizzazione, ma nella forma della sua espressione, ovvero dalla sua soggettività, presupponendo che l’opera rifletta la personalità del suo autore, manifestando le sue scelte libere e creative”.

Sentenza n. 10300 del 29/05/2020

forse è opportuno parlare di “prodotto dell’I.A.” o di “creatività computazionale”.

Il caso DABUS e l’I.A. inventrice

Anche il concetto di invenzione, di inventore, nonché i diritti derivanti dall’attività inventiva, sono viste dal legislatore secondo la medesima prospettiva.
Interessante è il caso della macchina DABUS, addestrata per generare nuove idee, che veniva riportata come l’inventrice di un contenitore per alimenti e di un dispositivo di segnalazione, nelle richieste di brevetto avanzate inizialmente in UE, UK e US.
A DABUS è stata riconosciuta la qualifica di inventore unicamente in Sudafrica e in Australia.

L’I.A. nell’Unione Europea

L’Unione europea ha da sempre mostrato uno sguardo favorevole all’I.A., tenuto conto dei benefici economici e sociali che questa è in grado di apportare.
La stessa UE ha, inoltre, sempre tenuto in considerazione i potenziali rischi derivanti da un suo utilizzo non regolato correttamente.
Pertanto, alla formulazione della proposta di Regolamento è stata anteposta la redazione di un Libro Bianco e una consultazione, utile a far emergere le problematiche sottese alla tematica.

Il libro bianco sull’I.A.

Il Libro Bianco della Commissione europea sull’Intelligenza Artificiale – Un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia, del 19.02.2020, definiva una proposta strategica finalizzata al conseguimento di un duplice obiettivo:

  • Promuovere l’utilizzo dell’I.A.;
  • Affrontare i rischi connessi al suo utilizzo.

La proposta della commissione

La proposta di Regolamento che stabilisce regole armonizzate sull’Intelligenza Artificiale (Legge sull’Intelligenza Artificiale), del 21.04.2021, affronta la seconda tematica introdotta dal Libro Bianco e intende proporre un Regolamento che induca fiducia negli utenti dell’I.A., attraverso una normativa che assicuri un’Intelligenza Artificiale affidabile e rispettosa dei diritti fondamentali della persona.

La proposta di regolamento in sintesi

  • Si occupa dell’immissione in commercio, del funzionamento e dell’utilizzo dell’I.A.
  • Determina una serie di pratiche di I.A. vietate e differenzia la disciplina delle diverse tecnologie sulla
    base del criterio del rischio (inaccettabile, alto, basso, minimo)
  • Impone obblighi di trasparenza
  • Incentiva l’innovazione con misure a sostegno
  • Prevede un sistema di governance

Università Europea di Roma
CREDA
Centro di Ricerca di Eccellenza Diritto d’Autore

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