Basile: “Imprese, istituzioni e università insieme per creare una filiera dell’innovazione”

Il sindaco di Messina Federico Basile traccia la visione di una città e di una Sicilia che si affermano come punto di riferimento per l’innovazione nel Mezzogiorno. In un dialogo con Innovation Island, sottolinea il ruolo degli attori di un ecosistema capace di generare sviluppo e connessioni concrete.

Il Sud che innova

Il Sud Innovation Summit 2025 ha riunito al Polo Papardo dell’Università di Messina oltre 160 speaker e 6.000 partecipanti tra presenza fisica e digitale. Grandi player hanno dialogato con le startup del Mezzogiorno su policy, competenze, turismo predittivo, infrastrutture AI-ready e investimenti. Ancora una volta è emersa l’importanza di mettere l’innovazione “a sistema”, creando una rete di connessioni a partire dal territorio siciliano.

“Creatività, fantasia e competenze fanno la differenza”

“Il campo tecnologico è un campo molto particolare in cui c’è una velocità estrema” – ci ha detto il Sindaco Basile – “l’elemento fondamentale è quello della creatività, della fantasia e, quindi, delle competenze. Una buona idea, vestita nel giusto modo, può dare delle grandi opportunità”.

Parlando ai nostri microfoni, ha messo in luce l’importanza di un sistema condiviso di valori e opportunità: “Sono tutti elementi che fanno sistema e che devono comunque vedere il lavoro, da un punto di vista strutturale, e lo studio in prima linea, per creare quelle imprese che oggi hanno successo”.

Università, imprese, istituzioni: il “trinomio” che avvia la filiera

Tornando a parlare dell’importanza dell’ecosistema, Federico Basile ha sottolineato il valore strategico delle interconnessioni tra università, imprese e istituzioni: “Di fatto è una piccola filiera: i giovani hanno bisogno delle università per formarsi, per creare opportunità non solo di studio, ma anche di confronto, e le istituzioni invece devono mettere a sistema e collegare questi mondi. È un trinomio: giovani-imprese-istituzioni che nelle università deve trovare il punto di partenza”.

E le occasioni di incontro, come il Sud Innovation Summit, che si è appena concluso, e come il Premio Innovazione Sicilia 2025, in programma a Palermo il 21 novembre, sono dei booster fondamentali: “Gli eventi servono a mettere in contatto queste realtà, per ascoltare, per vedere, per immaginare e per creare poi quei passi concreti“.

Messina, Palermo, Catania: differenze che diventano valore

“La Sicilia e l’Italia hanno tante realtà all’interno”, sottolinea Basile. “Il nostro ‘triangolo’ siciliano ha delle caratteristiche diverse nelle sue grandi città metropolitane, cioè Palermo, Catania e Messina. Oggi Messina emerge in modo più ’prepotente’ rispetto a qualche anno fa, poi ci sono caratteristiche diverse e, sotto questo punto di vista fare sistema è necessario. C’è bisogno di tempo e ritengo che gli eventi servano a far emergere quelle differenze e metterle a sistema“.

Champions e luoghi dell’innovazione

In linea con l’innovazione che fa sistema, abbiamo seguito il Sud Innovation Summit come media partner e siamo stati protagonisti con il panel “Champions e luoghi dell’innovazione: verso una filiera siciliana”. Moderato da Biagio Semilia, l’incontro ha messo al centro la necessità di costruire un ecosistema dell’innovazione capace di trattenere talenti, generare valore e rafforzare le connessioni tra startup, investitori, hub e istituzioni.

Il panel ha unito storie ed esperienze diverse, dando vita a nuove prospettive. Si sono confrontati: Annarita D’Urso (Managing Director di LeVillage Crédit Agricole), Manfredi Domina (CEO di Keplera e LexHero), Ugo Parodi Giusino (CEO & Founder di Magnisi Venture), Daniele Di Pasquale (Plug and Play), Sebastiano Di Stefano (Presidente e Direttore del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia), e Andrea Scarano (Elis Innovation Hub).

AI come leva di crescita

Nel programma del Sud Innovation Summit hanno trovato spazio piste concrete: AI avanzata, TravelTech, sostenibilità, energia e reti resilienti, Future of Work, finanza e policy. I panel hanno messo a fuoco come l’intelligenza artificiale stia ripensando i servizi, dalla personalizzazione dei viaggi alla PA capace di decidere, fino a pagamenti intelligenti e governance dei dati. Un’agenda che fotografa un Mezzogiorno non più periferia ma laboratorio di innovazione responsabile.

Il Summit ha evidenziato che la vera metrica del progresso non è la sola velocità tecnologica, ma la formazione di nuove competenze e la connessione stabile tra università, istituzioni e imprese. Il tutto nell’ambito di un Sud che, oggi più che mai, vuole guidare – e non inseguire – il futuro.

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