Territori, talenti, ecosistemi: la via mediterranea dell’innovazione secondo PwC Italia

L’intervista a Vincenzo Tanania, Partner Digital Innovation PwC Italia, rivela un Sud che vuole diventare laboratorio di ecosistemi dell’innovazione, start up innovative e nuove filiere tra agroalimentare, turismo e artigianato, dentro una vera e propria via mediterranea dell’innovazione.

Un collante per l’ecosistema dell’innovazione

PwC Italia – sottolinea Tanania durante la giornata conclusiva del Premio Innovazione Sicilia 2025 – supporta tramite il Team Innovation gli ecosistemi dell’innovazione, creando un collante tra tutti gli attori ecosistemici. Corporate, PMI, università, centri di ricerca, startup, spin off, sono tutte realtà che hanno bisogno di essere messe insieme, con competenza“.

E il concetto di ecosistema torna anche quando il focus si sposta sul Mezzogiorno e sulle modalità per sostenere la nascita e la crescita di startup innovative: “Per sostenere il talento – aggiunge Tanania – bisogna dare vita a un ecosistema florido, in grado di unire attori territoriali che possano supportare la nascita di relazioni durature con le startup innovative”.

“Deve essere un’azione congiunta, che permetta alle startup del Sud Italia di crescere in ambienti che consentano di fare pratica e poi potersi espandere nel resto del territorio italiano e internazionale”.

Innovazione per agroalimentare, turismo e artigianato

Uno dei passaggi più significativi dell’intervista riguarda l’impatto dell’innovazione su settori considerati “tradizionali”, ma oggi centrali nella trasformazione del Sud Italia: agroalimentare, turismo e artigianato.

“L’innovazione in questi campi diventa sempre di più un fattore fondamentale. Permette di ottimizzare, permette di gestire il dato in maniera efficiente, permette di esplorare nuove frontiere di business che oggi non sono state sfruttate al meglio”. Quindi Tanania propone un esempio concreto: “Sicuramente una via originale è quella di unire questi settori, immaginiamoci ad esempio il turismo esperienziale che unisce la parte agri con la parte turistica”.

In questa prospettiva, la contaminazione tra filiere diventa il terreno su cui sperimentare nuovi modelli di business, capaci di attrarre visitatori, investimenti e competenze, partendo dalla forza delle identità locali.

La “via mediterranea” dell’innovazione

Il cuore dell’intervista arriva nella riflessione conclusiva: esiste una via mediterranea dell’innovazione? Per Tanania la risposta è sì, a patto di non imitare modelli esterni, ma di partire da ciò che rende unico questo territorio.

“La via mediterranea dell’innovazione è quella via che valorizza la cultura, il territorio, la storia, il patrimonio culturale che c’è nel Sud Italia” afferma. “E, quindi, una via mediterranea che metta al centro il progresso tecnologico, ma che guardi all’esperienza del passato per poter innovare in maniera forte e, appunto valorizzando le peculiarità del Mediterraneo”.

Una via che non è solo espressione evocativa, ma modello che tiene insieme progresso tecnologico e sostenibilità, cultura e imprese, memoria e futuro, facendo del Mezzogiorno d’Italia uno spazio in cui sperimentare soluzioni scalabili.

La via mediterranea dell’innovazione, così, non è solo un’espressione evocativa. È un modello che tiene insieme progresso tecnologico e sostenibilità, cultura e imprese, memoria e futuro, facendo del Sud uno spazio in cui sperimentare soluzioni scalabili anche oltre i confini nazionali. Un vero e proprio laboratorio competitivo di innovazione, capace di generare valore economico e sociale, a partire dalle proprie peculiarità.

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