Investimenti green, un aumento dell’1% potrebbe generare una leva di 32 miliardi in Sicilia

In Sicilia crescono le attività finanziarie sostenibili ma si è ancora distanti dalle regioni del Nord più avanzate e un aumento verso questo tipo di investimenti anche solo dell’1% della quota di capitali fermi nei conti correnti dei siciliani potrebbe causare una leva di 32 miliardi di euro.

Il dato emerge dal rapporto fornito da Ener2Crowd — la piattaforma italiana che opera in investimenti ESG —  che ha pubblicato la nuova “Geografia Ener2Crowd degli Investimenti 2025”, delineando un quadro aggiornato del comportamento finanziario degli italiani.

“Il dato più evidente è che oltre 1.600 miliardi di euro restano fermi su conti correnti e depositi, perdendo valore reale a causa dell’inflazione. Ma cresce la consapevolezza: sempre più risparmiatori scelgono strumenti digitali, flessibili e sostenibili, destinando parte del proprio capitale a progetti a impatto positivo”, spiegano gli analisti della piattaforma. Dal canto suo Ener2Crowd, ha superato i 50 milioni di euro di raccolta complessiva con 216 progetti green finanziati nel solo mese di settembre.

Sicilia settima in Italia: cresce la finanza sostenibile

Nel ranking nazionale, la Sicilia si posiziona al settimo posto per volume complessivo di attività finanziarie, con una stima compresa tra 50 e 60 miliardi di euro. Un risultato che pone l’isola davanti a regioni come Puglia e Calabria, ma ancora lontana dai colossi del Nord come Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna. Il dato è però significativo: segnala un’economia in transizione, dove la crescente attenzione verso la finanza sostenibile sta iniziando a produrre effetti tangibili.

Il dato più interessante arriva dal livello metropolitano: Palermo e Catania sono entrambe nella top 20 delle città italiane per attività finanziarie, con valori compresi tra 20 e 25 miliardi di euro ciascuna. Ciò le colloca accanto a centri come Verona e Firenze, ma ancora lontane dai vertici dominati da Roma, Milano, Napoli e Torino.

La concentrazione di capitali in queste due aree conferma la polarizzazione finanziaria dell’isola, ma anche la nascita di due hub chiave della transizione economica siciliana. Catania, con il suo polo universitario e tecnologico, e Palermo, cuore amministrativo e finanziario della regione, rappresentano oggi i due motori principali della trasformazione digitale e verde dell’isola.

Negli ultimi anni è aumentato il numero di utenti che acquistano fondi e strumenti ESG online, seguono webinar educativi e partecipano a community di investimento responsabile. Una dinamica che conferma come la cultura finanziaria digitale stia crescendo, trainata dalla sostenibilità e da nuove forme di partecipazione economica.

Un’isola del risparmio pronta a diventare isola dell’impatto

Secondo i dati Ener2Crowd, solo il 31% degli italiani investe in asset finanziari, preferendo mantenere liquidità. La Sicilia rispecchia questo comportamento, ma con una spiccata propensione al risparmio familiare: una risorsa potenzialmente enorme per alimentare progetti green e di innovazione sociale. Le nuove generazioni — millennial e Gen Z — stanno già modificando le abitudini di investimento.

In Sicilia, dove il fotovoltaico, la riqualificazione energetica e la mobilità sostenibile sono in piena espansione, le piattaforme fintech possono diventare strumenti di democrazia economica, capaci di trasformare il risparmio in sviluppo locale sostenibile. Secondo le proiezioni Ener2Crowd, se anche solo l’1% dei capitali fermi nei conti correnti siciliani venisse investito in progetti green, si otterrebbe un effetto moltiplicatore straordinario: oltre 32 miliardi di euro redistribuiti in vent’anni; fino a 3,5 tonnellate di CO₂ in meno pro capite; nuovi posti di lavoro nel settore energetico e tecnologico. Foto: Freepik.

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