Verso un’Italia cashless: tendenze e prospettive per la transizione digitale dei pagamenti

Italia sempre più cashless: cresce l’adozione dei pagamenti digitali, soprattutto tra i giovani e al Sud, sebbene persistano ostacoli culturali e infrastrutturali. È il quadro che emerge dal rapporto della Community Cashless Society di Teha Group. Già nel 2024, oltre il 70% degli italiani aveva espresso l’intenzione di aumentare l’uso dei pagamenti digitali, confermando una tendenza in crescita. Nel 2025 circa 3 italiani su 5 hanno incrementato l’utilizzo dei pagamenti cashless rispetto all’anno precedente, e oltre la metà prevede di ridurre l’uso del contante nei prossimi anni.

Innovazione per i metodi di pagamento

I pagamenti innovativi, come i digital wallet e i sistemi peer-to-peer (P2P), hanno visto una crescita significativa, passando dal 2% al 10,7% del totale delle transazioni negli ultimi cinque anni. In particolare, il sistema “Buy Now Pay Later” (BNPL) è stato adottato da 7 italiani su 10 nell’ultimo anno, con il 40% che lo utilizza per oltre il 10% degli acquisti online. Metà degli utenti afferma afferma anche che senza il BNPL non avrebbe potuto effettuare determinati acquisti.

Cashless, le tendenze

Nonostante la crescente diffusione, il 27% dei cittadini ha riscontrato problemi nell’accettazione dei pagamenti digitali, principalmente a causa di malfunzionamenti o assenza del POS (rispettivamente 52,2% e 16,3% ). Altri ostacoli includono la reticenza degli esercenti (15,9%) e l’importo ritenuto troppo basso per giustificare un pagamento elettronico (10%).

Due esercenti su 5 ritengono che rifiutare pagamenti digitali comporterebbe una perdita media del 26% della clientela, con punte oltre il 60% in settori come alimentari, abbigliamento, bar/tabacchi e strutture ricettive. Il 58,3% degli esercenti ha adottato i pagamenti digitali in risposta alla crescente domanda dei clienti, mentre solo il 13,7% lo ha fatto per motivi di sicurezza.

I pagamenti cashless contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2, con un’impronta inferiore del 21% rispetto al contante per singola transazione. Tuttavia, oltre il 70% degli italiani non è a conoscenza di questo beneficio ambientale.

Andando alla distribuzione geografica, l’adozione dei pagamenti digitali è più marcata tra i giovani e nelle regioni del Sud e delle Isole, con incrementi rispettivamente del 61,7% e del 44,9%. Tuttavia, persistono resistenze culturali, soprattutto nel Mezzogiorno, dove una percentuale più alta di esercenti considera il contante più sicuro e mostra una minore propensione all’uso di strumenti digitali.

Quali prospettive future?

I dati raccolti dal rapporto della Community Cashless Society di Teha Group aprono la strada ad interessanti considerazioni, non solo sullo stato dell’arte, ma anche sulle prospettive future. In particolare, per agevolare la transizione verso un’Italia più cashless, potrebbero essere utili azioni quali:

  • Potenziare l’infrastruttura digitale, garantendo la disponibilità e il funzionamento dei POS;
  • Promuovere campagne informative sui benefici ambientali e di sicurezza dei pagamenti digitali;
  • Incentivare l’adozione di metodi di pagamento innovativi, come il BNPL, attraverso politiche di supporto e regolamentazione adeguata;
  • Ridurre i divari regionali mediante programmi di formazione e supporto agli esercenti nelle aree meno digitalizzate.

Per consultare in dettaglio il rapporto di Teha Group, basta cliccare qui. Immagine di freepik.