Una fotografia dell’ecosistema siciliano dell’innovazione è stata illustrata nel corso dell’Italian Tech Week di Torino da parte di Rosario Faraci, docente all’università di Catania al dipartimento di Economia e Impresa. Se i numeri sono ancora ridotti, specie in confronto ad altre regioni di Italia, ci sono anche elementi che fanno guardare al futuro con ottimismo.
«I dati del 2022 riportano ancora un gap rispetto alla presenza di startup nell’Isola. Su un totale di aziende censite dalla Camera di Commercio di 382.959, 8.482 sono quelle legate al mondo dell’hi-tech e 11.813 sono quelle legate ai servizi a supporto del mondo tecnologico. Di queste nel 2024 solo 715 sono oggi le startup innovative (5,53% rispetto al totale italiano) e 103 le pmi innovative (3,47%). Una quota esigua, che trova spazio “solo” per 9 milioni di investimento annuo di venture capital».
Vi sono però altri elementi di interesse che la Sicilia dà ai possibili investitori: ha una popolazione relativamente giovane (è la terza regione più giovane d’Italia), un network industriale con dei poli significativi (Enel e ST Microelectronics a Catania, polo petrolchimico a Priolo, il primo impianto off-shore di cattura della CO₂ al mondo che a breve sarà installato ad Augusta), ma anche gli investimenti in infrastrutture sanitarie nella parte occidentale dell’Isola grazie a Rimed. La Sicilia ha inoltre una posizione geografica strategica nella zona mediterranea, oltremodo utile in potenza soprattutto per quel che concerne lo sviluppo delle nuove forme di energia. Infine, grazie ai piani di investimento europei e nazionali (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) le opportunità di sviluppo sono molte.
L’oggettivo gap dalle tante sfaccettature ha però un suo bilanciamento nella vivacità sempre crescente delle iniziative siciliane che nascono sul territorio in determinati hub come laboratori di innovazione e incubatori o eventi di aggregazione varia. Uno di questi si svolgerà a brevissimo: il Sud Innovation Summit di Messina (3-4 ottobre), subito seguito dalla Mediterranean Startup World Cup che si terrà l’11 ottobre a Palermo e dalla Start Cup Sicilia di fine ottobre. Tante le iniziative nate e cresciute in questi anni, insomma, come pure gli spazi di aggregazione: Greentech Mediterranean Innovation Hub a Ragusa, Isola Catania, Etna High Tech e Free Mind Foundry a Catania e nella sua provincia, Magnisi Studio a Palermo. «Deve essere chiaro quanto sia importante lo sviluppo di un robusto ecosistema di startup per la crescita economica e sociale dell’intera regione e il caso Silicon Valley lo ha dimostrato», ha notato Davide Pisasale, fondatore di Aitho e uno degli organizzatori del panel di Torino, «vediamo il lato positivo della medaglia: stiamo parlando di una regione con cinque milioni di persone, la stessa dimensione di un paese come la Danimarca, tre volte più grande dell’Estonia. E non dimentichiamo che l’energia potrebbe essere ancora più cruciale con il recente sviluppo esponenziale delle tecnologie di intelligenza artificiale e le sperimentazioni in corso sull’idrogeno».
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